venerdì 21 settembre 2007

Pavia, città aperta

(nella foto presa dal blog di Pino Scaccia, link, un giovane neo-nazi vicino al centro di accoglimento degli zingari dopo l'evaquazione dell'ex area SNIA)

«Le esperienze realizzate in questi anni volte a favorire e sostenere il processo di integrazione dei cittadini stranieri nella comunità locale, rappresentano un patrimonio per il livello di competenze, professionalità e sperimentazioni messe in atto, sia a livello istituzionale, che sul versante dell’associazionismo e del privato sociale».
Così inizia il capitolo "Immigrazione" del programma elettorale della Capitelli, elezioni comunali 2005.
Proseguendo si trova si trova l'occorrenza di "Sviluppare una politica dell’accoglienza che sappia sopperire ai gravissimi limiti prodotti dalla legge Bossi-Fini".

Al capitolo "Nessuno resti solo, nessuno resti indietro" troviamo invece «Nella nostra visione, una città competitiva deve anche essere una città solidale. Combattere i fenomeni più vistosi di emarginazione, le nuove povertà, [...], aiutando soprattutto chi ha più bisogno, è uno degli impegni fondamentali che caratterizzano l’azione di governo dell’Unione».

sabato 15 settembre 2007

“Pavia è più avanti del resto del Paese”

“Pavia è più avanti del resto del Paese”



Queste sono le parole proferite poco fa da Enrico Letta, ex DL e candidato alla segreteria del Partito Democratico, durante il suo comizio a Piacenza.

La battuta è nata dalla domanda di un giornalista pavese: “Perché a Pavia più della metà dei politici della Margherita voterà per Veltroni, mentre più della metà dei politici DS voterà per lei?”.

Certo, a lui farebbe comodo: prendere più della metà dei voti dei DS, sia a livello locale che a livello nazionale, rilasciando più della metà dei voti dei DL comporta un buon guadagno.

Alle comunali del 2005 a Pavia i DS sono stati il primo partito tra le file del centro-sinistra (sul totale invece il primo partito è Forza Italia). I DS ottennero allora quasi una percentuale doppia rispetto i secondi arrivati nel csx, la lista Cantiere per Pavia.
Al Senato, durante le politiche 2006, i DS hanno avuto il 17,5%, mentre i DL il 10,7%.

Mica male come idea per avere voti, ma basteranno a questo "giovane" candidato, 41 anni e già tanta esperienza alle spalle?!

Affitti, istruzione e lavoro a Pavia

Per gli studenti di Pavia è ricominciata la corsa alla ricerca di un appartamento, una singola o un posto in doppia, le file agli sportelli per iscriversi ai corsi e per alcuni la ricerca di un lavoro.

Non sono gli unici però...
(foto dal Blog di Pino Scaccia, la Torre di Babele)

domenica 9 settembre 2007

UNA PARTE DI MONDO BRUTALMENTE MUTILATO

Inblostro è lieto di pubblicare un post di Vincenzo Andraous

Accedere a internet, viaggiare e cambiare sistematicamente percorso appare come una liberazione, perché c’è sempre la possibilità di sganciarsi dai tanti interrogativi che opprimono. Eppure non è sempre così. Inavvertitamente cliccando su una opzione è apparso un filmato sulla guerra in Cecenia ( poi ho scoperto che ci sono molteplici filmati prodotti da tutti i contendenti in campo ).

Tutte le guerre, ogni conflitto, detiene il proprio record di orrore, di sangue, di strategie più o meno involute e più o meno sofisticate, per cui lo sbalordimento è mitigato dall’eccesso mediatico che ogni giorno ci investe per tramite della televisione.
Eppure nell’osservare il filmato su quella parte di mondo brutalmente mutilato, ho riflettuto sulla follia di nascondere all’umanità la cancellazione di ogni diritto, tranne quello di morire in silenzio: infatti le televisioni non trasmettono nulla o quasi di quel genocidio.

A differenza di altre parti del pianeta in fiamme, dove intere città, persone e cose, sono fotografate tra gli scoppi al plastico e i cappi in bella mostra, in Cecenia macellai e carne da insacco, a ruoli alterni e ben delineanti, sono e rimangono ben mimetizzati, mentre una intera nazione, un intero popolo, sono polverizzati sotto il tallone di un imperativo categorico, quello della vittoria a tutti i costi, poco importa se a discapito della democrazia.
In medio oriente la violenza, i bombardamenti, sono, sì, inaccettabili, ma è documentata l’incoffessabilità tra soldati e ribelli, le strategie disumane, le statistiche di chi cade e muore, su chi vive e violenta.

In paesi deturpati, violati, massacrati, c’è comunque il colpo di coda della democrazia, anche quella che veste i panni degli interessi, dei confini a aprire a occidente, quella democrazia che non è proprio figlia di una pluralità che valorizza le differenze.
Ma ci sono guerre diverse, non per giustezza di essere tali, la guerra è sempre sbagliata, sono diverse perché hanno perso di vista il proprio limite, il proprio delirio di onnipotenza, badando unicamente al risultato da ottenere, attraverso la negazione a riconoscere il valore della vita umana, in particolar modo di quanti sono minoranza.
Ci sono guerre e contendenti in campo, ci sono bandiere e ingiustizie, ma nel sangue che scorre a fiumi, c’è pure la dignità di un mondo che osserva a fare la differenza.
In Cecenia a ogni uomo è stato tolto passato, presente e futuro, depredata la propria storia, e lo si continua a fare nel silenzio più colpevole, un silenzio-assenso diventato ladro di coraggio umano, culturale e politico, un silenzio dimentico di un preciso dovere, di un irrinunciabile valore, quello della giustizia, la quale induce a schierarsi apertamente verso coloro che non vedono riconosciuti i propri diritti, quelli elementari della libertà.

Quella giustizia che non sta in nessuna guerra di religione e di petrolio, bensì consente di comprendere chi è calpestato nei suoi inalienabili diritti, tra cui quello di poter vivere e non più sopravvivere.

Vincenzo Andraous

venerdì 7 settembre 2007

Memoria e legalità - PaviainserieA critica l'organizzazione del Festival


Il comitato "PaviainserieA" ci invia questo comunicato in occasione della serata del Festival dei Saperi di domani, sabato 8, a tema "Legalità e memoria", con la presentazione di Mario Calabresi, autore del libro "Spingendo la notte più in là".

Per dovere d'informazione e completezza lo pubblichiamo, auspicandoci che domani ci sarà un incontro pacato e una discussione serena.


Pavia, 7 settembre 2007
MEMORIA E LEGALITA’ NON POSSONO ESSERE SOLO PAROLERETORICHE E VUOTE

Il Comune di Pavia ha organizzato una serata su memoria e legalità invitando Mario
Calabresi a presentare il suo libro dedicato al Commissario Luigi Calabresi: noi invece
vogliamo ricordare le vittime innocenti della strategia della tensione e del “terrorismo
di stato” e il nostro compagno Pino Pinelli buttato da una finestra della Questura
di Milano il 15 Dicembre 1969.


Il Commissario Calabresi fu responsabile dell'interrogatorio che portò alla morte di Pino
Pinelli: fu lui ad
interrogarlo per tre giorni illegalmente, ben oltre i limiti della legge
fascista sul fermo di polizia, insieme ai suoi uomini. Anche lui, come i colleghi, cadde
in pesanti contraddizioni senza riuscire a fornire unaspiegazione credibile ed univoca
di quello che era accaduto ad una persona innocente ingiustamente accusata di strage.


Calabresi condusse parecchie indagini sugli anarchici distinguendosi per provocazioni
e minacce pesantissimea carico di persone poi giudicate innocenti. L'anarchico Braschi
venne invitato più volte a "buttarsi dalla finestra"durante un interrogatorio e non fu l’unico.
Non si trattava quindi di un poliziotto attento alle regole che dovrebbero garantire la
dignità e l’incolumità delle persone soggette al potere.


Calabresi ebbe poi praticamente tutta l'Italia “democratica” contro a causa dell’incapacità
sua e
degli “uomini di stato” di presentare un resoconto credibile di quello che era successo
a Pino Pinelli, ai morti e feriti di Piazza Fontana e all'Italia intera. I fatti lo dimostrano:
a partire dalle falsità sulla versione ufficiale del suicidio di Pinelli presentata all'opinione
pubblica da Calabresi insieme al questore (ex fascista) Guida e al capo dell'ufficio politico
Allegra appena dopo la sua morte. Elencare la lunga serie di incongruenze, contraddizioni
e depistaggi di Stato dove Calabresi fu in prima fila è impossibile in questa occasione,
ma basterebbe far riferimento agli atti che la magistratura italiana ha raccolto e confermato
in oltre 35 anni di processi su Piazza Fontana per avere le idee chiare sul fatto che con
la legalità luinon c’entrava.


Non è la serata pavese che può far luce od ombra sulla Storia ma, certamente,
la “memoria” non può essere
riprogrammata per "santificare" Calabresi attraverso
il figlioe la “legalità” dovrebbe essere tesa a proteggere le vittime delle ingiustizie
e non i carnefici. A nostro avviso, sarebbe opportuno che su queste questioni
“delicate” si evitasse di presentare soltanto un punto di vista ovvero quello del potere.


Per concludere, una frase da un vecchio articolo de La Repubblica, giornale per il
quale lavora il figlio di
Calabresi, e che per una volta condividiamo: "in un sol punto
le esigenze di Calabresi e Pinelli [...] possono
concordare: nel fallimento della giustizia.
Luigi Calabresi chiedeva in Tribunale la difesa della sua onorabilità. Non la ebbe.
[...] Licia Pinelli chiedeva a un tribunale come il marito fosse morto. Ne ha ricavato
soltanto una sentenza che spiega il "malore attivo" dell'anarchico Pinelli. Soluzione
degna di una commedia buffa,non di una sentenza, tantomeno della verità".
(Giuseppe D'Avanzo, La Repubblica, 16/05/2002)


PaviainserieA







lunedì 3 settembre 2007

Un iniziativa per non dimenticare Anna Politkovskaja


Pubblichiamo dal blog "Anna", dedicato alla giornalista russa uccisa quasi un anno fa, l'appello per un'iniziativa in sua memoria. Intanto aumentano le iniziative legate alla Politkovskaja.
Al "Circolo della Stampa" di Milano il 6 ottobre dalle 9 alle 13 si terrà un convegno a lei dedicato. Tra gli ospiti Lella Costa, Anna Zafesova (corrispondente da Mosca per "la Stampa") e Marco Pannella.

Il 7 ottobre 2006 Anna Politkovskaja è stata uccisa sul portone di casa sua a Mosca. Era la più coraggiosa giornalista che la Russia ricordi.

Ora la magistratura ha arrestato quelli che dovrebbero essere gli esecutori materiali dell’omicidio. Ma chi ha pagato i killer è ancora a piede libero e difficilmente vive all’estero come il Cremlino vuole far credere. L’omicidio di Anna Politkovskaja è maturato in Russia. Chiunque abbia letto i suoi scritti sa che di nemici se ne era fatti molti perché lei voleva solo continuare a fare il proprio lavoro e raccontare quello che vedeva.. È per impedirglielo che l’hanno uccisa non per destabilizzare la fin troppo stabile Russia. Chi l’ha fatta uccidere vive a Mosca o a Groznyj, non a Londra.

Anna in patria era sconosciuta al grande pubblico, come ha opportunamente (e delicatamente) ricordato il presidente Putin poche ore dopo l’esecuzione. Lì, infatti, i libri di Anna sulla Cecenia e sull’involuzione democratica russa faticavano a esser pubblicati. La libertà di stampa è minacciata in Russia da quando il Cremlino è guidato da un ex tenente colonnello del Kgb.

Eppure, malgrado minacce, arresti e avvelenamenti, Anna non aveva voluto abbandonare la sua terra, la sua Russia.

I suoi coraggiosi reportage sulle violazioni dei diritti umani a Groznyj come in tutta la Russia erano ben noti in Occidente.

Ma nessun rappresentante della Commissione europea si è sentito in dovere di partecipare ai suoi funerali. Nessun capo di Stato. Nessun premier del mondo che parla di esportare la libertà.

Se la politica è stata disattenta (partecipe invece alla gara per pagare il gas russo qualche spicciolo in meno), il mondo della cultura non può dimenticare Anna Politkovskaja.

Chiediamo quindi che giornali, associazioni, teatri, redazioni, filarmoniche, orchestre o singoli artisti organizzino per ogni 7 ottobre iniziative per ricordare Anna.

Per dire a chi l’ha fatta uccidere: noi non dimentichiamo!

Per aderire: 7ottobre2007@gmail.com

domenica 2 settembre 2007

RICONCILIAZIONE O VENDETTA?

“Inchiostro, il giornale degli studenti dell’Università di Pavia” in occasione della II edizione del Festival Internazionale dei Saperi presenta: “Riconciliazione o vendetta? Bulli - carcere – comunità”, ultima opera letteraria di Vincenzo Andraous.

Venerdì 7 settembre alle ore 17:00 presso l’aula L4 di Palazzo San Tommaso dell’Università degli studi di Pavia, in compagnia di Vincenzo Andraous, di Don Franco Tassone e dei ragazzi di “Inchiostro” sarà possibile assistere alla presentazione del libro e al dibattito.

Sarebbe impossibile, o almeno fuorviante, recensire un libro di Vincenzo senza conoscerne il percorso personale. Lo si paragonerebbe a uno di quelli psicologi saccenti che partecipano ai talk show in occasione di tristi fatti di cronaca. Vincenzo non ha la loro boria e saccenza. Lui pensa col senno di chi ha fatto un’esperienza e ha maturato una riflessione distaccata e consapevole.

Il carcere, l’attività di volontario e di educatore nella “Casa del Giovane” di Pavia, il rapporto con gli adolescenti e i loro problemi, che sono poi quelli di una società in evoluzione, questi sono alcuni degli argomenti del suo ultimo libro “Riconciliazione o vendetta? Bulli - carcere – comunità”, composto da articoli pubblicati su “Avvenire”, “Inchiostro” e altri giornali.

Riflessioni che non sono meccaniche, astrazioni nozionistiche da esperti tivvù. Sono riflessioni che vanno a trovare attimi di umanità dove la gente non se li aspetta, suscitano degli scatti emotivi: i racconti delle sue esperienze quotidiane non possono lasciare indifferenti.