giovedì 31 maggio 2007

Variazioni sul tema

Eutanasia, pena di morte, diritto alla vita. Temi scottanti, di attualità, inflazionati, mercificati. Trecentodieci ergastolani hanno scritto una lettera al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per implorarlo di ucciderli, di mettere fine alle inutili sofferenze che si sopportano a dover passare l'intera vita in un carcere, senza speranza di una seconda opportunità. Il carcere a vita, scrivono, "è una morte bevuta a sorsi, è una vittoria sulla morte perché è più forte della morte stessa".
Ma a cosa serve che 310 delinquenti rimangano in vita? Non sto parlando di 310 persone che hanno fatto un errore e che chiedono redenzione; sto parlando di terroristi, mafiosi, killer professionisti con colpe accertate. Da un punto di vista della sicurezza, finché vivono non morirà la speranza di qualche "intervento dall'alto" o di qualche possibilità di fuga: non hanno niente da perdere. Da un punto di vista sociale, sono loro stessi a chiedere di essere giustiziati. Inutile dire che, anche da un punto di vista economico, mantenerli ha un costo nel tempo, mentre la soluzione che propongono è "una tantum".
Abbiamo tanto criticato l'attuale governo per un indulto mal strutturato avente l'unico scopo di far uscire gli "amici". Ne abbiamo davanti agli occhi una variante altrettanto efficace e più difficilmente strumentalizzabile. Il dibattito è aperto.

mercoledì 30 maggio 2007

Commento all'Editoriale "Largo ai giovani"

Riceviamo e volentieri pubblichiamo un lungo commento al lungo editoriale uscito sul numero 72 di Inchiostro, il giornale degli studenti dell'Università di Pavia.


Cara redazione di inchiostro,
visto che invitate i lettori a lasciare commenti, (immagino anche ai vostri articoli e non solo al blog), ho deciso di cimentarmi in quest'impresa, dopo aver letto il fondo “Largo ai giovani”, in prima pagina del numero di maggio.
Probabilmente l'autore, non volendo scrivere l'ennesimo pezzo sui DICO-Pacs e consimili, ha pensato, molto intelligentemente, di trattare l'argomento in maniera “implicita”, all'interno di un più ampio e facilmente condivisibile articolo sugli spazi dei giovani in politica.

Come a dire: “lo faccio uscire dalla porta per farlo rientrare dalla finestra”.
In maniera molto “elegante” ha poi estrapolato alcuni spezzoni dell'intervento del “dinosauro” per antonomasia della politica italiana, il sen. Andreotti, e li ha contrapposti alle “efficaci” e “profonde” osservazioni di un famoso maître à pénser “giovanile”, Fabio Volo, lasciando intendere che gli unici che si contrapporrebbero ai DICO sarebbero politici (o meno) “anacronistici e conservatori [...] poco al passo coi tempi”, mentre invece tutti i “giovani” condividerebbero in pieno le affermazioni di Volo: “Questa storia dei PACS per i giovani non ha senso. Noi siamo abituati a vedere due che hanno un figlio e non sono sposati. O due uomini che vivono insieme. A nessuno viene in mente che non siano una coppia [“coppia” in che senso, coppia sposata, famiglia?]: è nelle cose, per noi è normale ed i politici [secondo altri sarebbero invece proprio i politici a mostrare su questi argomenti un interesse particolare] non lo capiscono perché sono vecchi”. Io, pur essendo più giovane di Andreotti (e di Volo), non sono d'accordo.

C'è una falla, dunque, nell'ultimo “assioma” di Volo, “se non sei d’accordo con i DICO-Pacs, allora sei vecchio!”. Riflettendo, mi è venuto in mente che se valessero le affermazioni di Volo sui DICO-Pacs, potrebbe benissimo valere anche il discorso seguente, sul tema, molto “spinoso”, della disoccupazione e precarizzazione del lavoro giovanile: “La disoccupazione giovanile è oggi molto diffusa, come pure è diffusa per i giovani la precarizzazione del lavoro. Queste due situazioni occupazionali sono ritenute problematiche dagli interessati. Come possiamo risolverle? Istituzionalizziamole! Facciamo distribuire dallo stato un bello stipendio/vitalizio di disoccupazione, in buona parte estensibile anche ai precari e così abbiamo risolto il problema!

Non perdiamo tempo a far sì, invece, che le imprese siano incentivate ad assumere in maniera stabile nuovi dipendenti, stimolando la nascita di nuovi (e stabili) posti di lavoro.Non perdiamo tempo nello stimolare e promuovere la formazione culturale dei giovani, favorendone così le possibilità di trovare un posto di lavoro a tempo indeterminato.
Tanto ormai l'epoca del posto fisso e della piena occupazione è storicamente conclusa!”.Questo discorso vi sembra del tutto condivisibile?

Se si riconosce che la precarizzazione del lavoro è un problema, perché non cercare di combatterla (può sembrare lapalissiano ma forse non lo è) rendendo il lavoro meno precario?
Si può pensare di intervenire utilizzando sia la “leva economica” che quella “culturale”, favorendo, dal lato della “domanda” di lavoro, gli imprenditori che decidono di rischiare, assumendo un nuovo dipendente e trattandolo al pari degli altri (senza formazioni al lavoro “infinite”), mentre dal lato dell’“offerta”, si possono migliorare le competenze, la cultura e la determinazione (anche questa si dovrebbe stimolare nella formazione culturale!) dei giovani che entrano nel mercato del lavoro. I sussidi di disoccupazione possono essere strumenti utili per venire incontro a periodi difficili, ma non possono diventare degli stipendi/vitalizi per persone sane, in grado di lavorare, altrimenti la previdenza sociale non reggerebbe, e ciò andrebbe a scapito di chi effettivamente è invalido ed ha perciò bisogno di pensioni e supporti economici a vita.

Cosa si può “inferire” da tutto ciò?
Secondo me, che la precarietà, sia in ambito affettivo che in ambito lavorativo, non è la massima forma di realizzazione delle proprie capacità, e che i problemi ad essa conseguenti non si possono risolvere cercando di istituzionalizzarla! Sia chiaro, è molto difficile non rendere precario nulla in ambito affettivo. Quante volte si rompe una relazione che sembrava destinata a durare? Pensiamo alle “cotte” del periodo adolescenziale... Non a tutto si può dare una forma definitiva o “istituzionale”. Ma sta proprio qui, secondo me, un ulteriore “baco” del dibattito sui DICO. Chi in coscienza non si sente di prendere un impegno più o meno “definitivo”, di fronte non soltanto alla propria “metà” ma anche di fronte alla società ed a coloro che eventualmente verranno dopo è libero di farlo, ma senza pensare che così facendo ottenga diritti “comparabili” con chi quel dato impegno decide, “rischiando”, di prendere.
Istituzionalizzare il “decidere di non decidere” e parificarlo al “decidere rischiando”, a me sembra (e forse non solo a me) un poco “assurdo”, come un poco assurdo (almeno da un punto di vista economico e di giustizia sociale) sarebbe istituzionalizzare e dare uno stipendio ai disoccupati sani in grado di lavorare. Parafrasando uno slogan elettorale di un partito della “sinistra radicale”: “Coppie di fatto, uguali diritti ma doveri diversi”, non mi sembra affatto una grande pensata.

Riassumendo, non vorrei che i DICO, invece di essere uno strumento per risolvere i problemi esistenti delle singole persone conviventi (come i legislatori affermano), si trasformino invece in uno strumento tale da permettere, a chi ha la nostra età o meno, di fare la “furbata” di avere con la “minima spesa” la “massima resa”: più o meno gli stessi benefici, essenzialmente di natura economica, a fronte di minimi “impegni” (firma della ricevuta con raccomandata di ritorno davanti al postino, così finora prevede il ddl per la ratifica dei DICO!).
Potreste dirmi: “Va bene il discorso per le coppie di fatto eterosessuali, ma per le unioni omosessuali come la mettiamo?”
A questo punto bisogna premettere che i benefici su cui si sta discutendo se estendere o meno, in quale modo ed in che misura, ai conviventi non sposati, sono legati in buona parte alla questione della solidarietà intergenerazionale, propria di unioni aperte alla possibilità di avere figli (successioni, pensioni, eredità, congedi parentali ecc. ecc.).

Per quanto riguarda gli altri “diritti”, quali il subentro nell’affitto, l’accesso alle visite ospedaliere e la corresponsabilità nelle decisioni mediche, sono o in buona parte già ottenibili con strumenti legali esistenti (cointestazione dell’affitto) o già in buona parte riconosciuti da sentenze della corte costituzionale, e quindi facilmente “implementabili” giuridicamente, con poche modifiche alle leggi esistenti.
Si può capire allora come il problema dei DICO per le persone omosessuali conviventi diventi dunque abbastanza un “falso” problema.
Le finalità e le esigenze delle unioni omosessuali sono infatti decisamente diverse da quelle delle coppie di fatto eterosessuali.
Riconoscere questo semplice fatto non mi sembra costituire una “violenza” contro nessuno.

La questione soggiacente ai DICO, in questo ambito, è di natura un po' più “ideologica”, conseguenza di un'ideologia, quella “gay”, che oggi si tende a confondere con una situazione, quella omosessuale. I due termini però non sono sinonimi. L'ideologia gay sosterrebbe, a quanto ne so, che il “disagio” interiore della persona omosessuale sarebbe una conseguenza dell'“interiorizzazione” del “rimprovero”, anche implicito, della società.
Per questo motivo sarebbero importanti manifestazioni pubbliche, parate e “celebrazioni” matrimoniali o simili, aventi lo scopo di eliminare la percezione di questo “rimprovero”.

Non sono d'accordo con questa interpretazione, come del resto non lo sono molti psicologi e studiosi del comportamento umano. Si può infatti ritenere che questo “disagio” nasca piuttosto dalla consapevolezza, interiore e insuperabile, che la propria natura “corporea” e personale non “collimi” con la propria condizione psicologica (diversa dunque da “malattia” fisica pura e semplice), e che sia questa l’origine della sofferenza percepita dalla persona omosessuale (che nessuno mai dovrebbe permettersi di irridere!).

Secondo alcuni studi (abbastanza controversi è ovvio, quando si tratta di questioni così scottanti si possono urtare facilmente molte diverse sensibilità!), la condizione psicologica omosessuale (si badi bene, condizione “non fisiologica”, determinata cioè in maniera “automatica” da chissà quale alterazione genetica o ormonale, non esiste il “determinismo genetico” per i comportamenti umani superiori in buona parte consapevoli) non sarebbe nemmeno necessariamente permanente per tutta la vita e che da essa si possa, volendo, “uscire” (e non semplicemente “guarire” come si può guarire da un'influenza o da altre infermità fisiche).

Non essendo però un esperto su queste questioni eviterei però di dilungarmi ulteriormente...
Spero di non avervi annoiato eccessivamente con questa (troppo lunga) mail.
Con sentimenti di amicizia verso tutti.
Alla prossima!

C. A. Dallera

martedì 29 maggio 2007

Crisi Politica: ecco una proposta per uscirne.

Ecco un breve estratto del decalogo proposto dal giornalista di Repubblica Mario Pirani. Basterà a risollevare le sorti di una classe politica (la nostra) che pare ormai allo sbando? E, soprattutto, è un decalogo effettivamente realizzabile?A voi i commenti.

Primo: cambio radicale dell'équipe di governo con accorpamento e riduzione dei ministeri con un massimo globale di 60 (oggi 104 tra ministri e sottosegretari).

Secondo: abrogazione delle leggi sullo spoyls sistem nella Pubblica Amministrazione.

Terzo: introduzione dell'obbligo del concorso con regole ferree e con classifica rigida per tutte le nomine di pubblico interesse.

Quarto: riduzione di un terzo del numero dei consiglieri regionali, provinciali e comunali.

Quinto: Rai liberata dalla presenza dei partiti.

Sesto: abolizione del cosiddetto "panino" nei telegiornali Rai, con il falso pluralismo di dichiarazioni politiche suddivise tra tutti i partiti.

Settimo: eliminazione dei finanziamenti assegnati ai consiglieri per spese a loro libito, decise da alcune leggi regionali.

Ottavo: riduzione drastica dei privilegi dei parlamentari e dei consiglieri regionali.

Nono: introduzione delle primarie istituzionalizzate e regolate per le cariche elettive nel Parlamento, nelle Regioni e nei Comuni.

Decimo: istituzione di norme di accesso, di libera contesa e di elezione che rendano il Partito Democratico un organismo aperto alla società, contendibile, scalabile da forze giovani.

Il testo integrale lo trovate qui:

sabato 26 maggio 2007

Sex crimes and the Vatican

Apprendo a malincuore dal noto quotidiano Punto Informatico che il servizio della BBC sui preti pedofili e' stato rimosso da Google per "violazione dei diritti d'autore" nei confronti della BBC. Apprendo tuttavia da Yahoo! news che Michele Santoro, per come e' strutturato il suo contratto con Raidue, e' riuscito ad acquistare il servizio e lo mandera' in onda durante AnnoZero della settimana prossima (dovrebbe essere giovedi', ore 21). Nonostante la bufera che il giornalista avrebbe causato nei vertici Rai, forse riusciremo a vederlo. In alternativa, vorrei suggerire all'azienda pubblica una puntata speciale di "Porta a Porta". Da una parte Bruno Vespa intervista Benedetto XVI davanti a un plastico di una sacrestia-tipo dove potrebbero avere luogo gli avvenimenti incriminati, dall'altra parte potrebbe esserci un bambino (maschio, visto che i preti intervistati dalla BBC li preferiscono alle femminucce) che racconta le sue avventure avute con il parroco di turno. Ospiti d'eccezione Le Iene, in qualita' di persone informate dei fatti.

Aggiornamento. Il video incriminato e' stato recentemente rimosso anche da YouTube (chi l'avrebbe mai detto, visto che YouTube appartiene a Google?). Si trova oramai solamente sui circuiti Peer2Peer e, se mi sara' possibile, cerchero' di renderlo disponibile su InBlostro.

Aggiornamento. Ecco il video completo finalmente "ripescato" dalla rete. Ricordiamo che l'inchiesta e' stata condotta dalla BBC e che i sottotitoli italiani sono stati inseriti da Bispensiero, un blog siciliano nato attorno alla comune passione per Beppe Grillo.





Per inserire il codice del video copiare e incollare le seguenti righe:
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venerdì 25 maggio 2007

Famolo dai



Partecipate numerosi e attivamente (ma anche passivamente può andare bene)

giovedì 24 maggio 2007

I TATUAGGI INVISIBILI DEL BULLO

Inblostro è lieto di presentare un post di Vincenzo Andraous


Sono stato invitato a un incontro con gli alunni delle scuole secondarie di 1° grado, con la presenza degli insegnanti e di alcuni medici di base.
Ho raccontato la mia adolescenza da bullo, da prevaricatore: un cancellino lanciato alle spalle della maestra, la gomitata sulla testa del compagno più debole, il gioco del capro espiatorio che ingiustamente patisce le pene dell’inferno, e calcio dopo calcio, silenzio dopo silenzio, il gruppo si rafforza, tutti dentro quel territorio ben delimitato.

I ragazzini stanno fermi sulle sedie, ascoltano la mia storia raccontata piano, comprendono che non è quella dei videogames, dei violenti scambiati per eroi, bensì è la storia della vergogna. Bulli crescono intorno a una equipe senza tanto tempo a disposizione, attraverso un giudizio espresso senza titolo, con l’impossibilità a leggere più in là di un voto elargito a piene mani. Prepotenti e sprinter dell’immediato bruciano le tappe nell’indifferenza colpevole, in quel cancellino lanciato, senza il timore del dazio da pagare, perché nessuno parlerà, nella sfida scagliata senza troppi inciampi, tatuaggi invisibili di medaglie guadagnate sul campo, un potere riconosciuto, che assomiglia a una condanna senza appello.
I bulli crescono e gli insegnanti sopravvivono, i genitori indisturbati sono in gara per poter vincere il traguardo del benessere, ognuno gioca la propria partita evitando la fatica di un confronto, un comportamento incomprensibile soprattutto da parte di chi è persona pratica della lettura, dell’osservare e ascoltare, di chi annota, verifica, e elabora strategie, per tentare di sfiorare quelle note nascoste, importanti al punto da rimanerne emozionati.

Adolescenti contaminati si addentrano nella trasgressione, nella devianza, mentre la società si dibatte nelle norme poco condivise, nel rigore e nella severità da usare chiaramente per l’altro, non per il proprio figlio.Vittime e carnefici diventano carne da macello, c’è chi muore e c’è chi rimane oltraggiato per l’intera esistenza.
I ragazzi mi guardano, la mia storia li fa preoccupare, perché con le malefatte perpetrate, prima o poi occorrerà farci i conti, nessuno è infallibile, e nessuno può pensare di continuare a fare il furbo impunito a spese del compagno.

L’incontro è con i ragazzi, sono qui per loro, perché non abbiano a fare i miei stessi errori da bullo, ma poi è con chi educa che si protrae la discussione, perché non sapere e quindi non intervenire, spiana la strada al riconoscimento di un potere vero e proprio del bullo all’interno del gruppo, e peggio dentro l’Istituzione.
Il prepotente che emargina il più debole, che esclude gli altri, che colpisce e infierisce, per guadagnare consenso, non è un problema abortito dalla scuola, ma una lacerazione della relazione, che produce incapacità a convivere, nonchè una forzatura al crescere insieme.

E’ davvero necessario che poli convergenti della collettività si incontrino e si confrontino: studenti, insegnanti, genitori, esperti, per far nascere delle idee e aiutare a diventare adulti insieme, ben sapendo, che se uno solo di questi poli sarà messo in “fuorigioco”, l’intero progetto è destinato a fallire.

mercoledì 23 maggio 2007

Gli articoli diLibero





I bloggers italiani, diciamocelo, sono i migliori: hanno svelato il mistero dei verbali con gli omissis (continuate a seguirci e vi assicuriamo che ce ne sarà per tutti) e hanno anche scoperto come i redattori di Libero riescono a produrre una serie sterminata di articoli spettacolari. Qui è svelato l'arcano.

domenica 20 maggio 2007

La Francia: sempre un passo avanti rispetto all'Italia

La Francia è un grande paese. I francesi sono un grande popolo, sempre avanti a noi. Sempre prima degli italiani.
Anche quando, come in questo caso, si tratta di sparare cazzate fotoniche.

Grazie ad un fisico bestiale.
E grazie anche a Sophie.

sabato 19 maggio 2007

Ho deciso

Inchiostro, il giornale degli studenti dell'Università di Pavia ha ricevuto questa lunga testimonianza che, dopo aver consultato l’autrice, pubblichiamo integralmente. Una giovane donna che ha optato per la sterilizzazione definitiva.



Eccomi qua.

A fare i conti con me stessa e con il resto del mondo.
Ho deciso. Con una tristezza mortale, ho deciso.
Entro stasera ciò che rende donna una donna, non mi apparterrà più
Il mio ventre sarà sterile e silenzioso... e probabilmente le lacrime scenderanno copiose. Niente burrose manine che si protenderanno verso di me, niente gorgheggi allegri e trilli entusiasti per la scoperta di nuove cose, niente sguardi colmi di fiducia incondizionata, niente lacrime da asciugare per la sconfitta di un passetto non riuscito... Dio, come mi mancheranno tutte queste cose! ...e il primo giorno di scuola, e la prima cotta, e le prime aspirazioni e le grandi prove della vita, e il primo amore e...e...e... non basterebbe un libro intero a descrivere ciò a cui sto rinunciando. Ma ciò che davvero conta per me è raccontarvi perché ho deciso di privarmi per sempre della possibilità di essere ciò per cui la natura mi ha creata: Madre.
Mentre scrivo, mi chiedo se sia più egoista generare un figlio o impedirsi di generarlo.
O se sia la “Vita” stessa, intesa come immane entità, la vera egoista, incurante di come i figli giungano al mondo, purché arrivino e Lei non si estingua.

Io sono una dannata romantica, assetata di poesia e armonia. E adoro i bambini: venero l’innocenza, la purezza dei sentimenti e l’incanto della scoperta. Non mi costa nulla un sorriso o offrire una spalla su cui piangere per poi cercare di infondere forza per i giorni a venire.
Mi fermo ancora sul ciglio di una strada per farmi rapire dall’eccezionalità di un tramonto e sentire che anche la mia anima si espande riempita da quella magia. E dunque non posso. Non posso permettere che una mia eventuale debolezza emotiva mi induca a trascinare in questo mondo un’altra creatura, inerme, innocente, vergine.
C’è troppa violenza in questo mondo. E più grave di essa è la superficiale indifferenza in cui mette radici.

Da dove cominciare per parlare di questa palude in cui arrivano i bambini? Non credo che chi desidera un figlio lo metta al mondo con l’intento di farlo soffrire o di abbandonarlo: è solo inconsapevole, fino al momento in cui viene sopraffatto e si arrende, che il genitore è solo contro tutti. Da dove cominciamo? Perché non dagli asili? Non è di molto tempo fa la notizia dei bambini drogati e molestati , quando in quelle strutture dovrebbero essere accolti e protetti come da una proiezione della madre stessa! O a casa dell’amichetto che a sei anni gira con un piccolo serramanico e il padre trova questo del tutto normale. O a scuola, dove insegnare non è più un valore, dove i bambini non devono esprimersi per le loro peculiarità ma omologarsi impersonalmente covando rabbia e aggressività, dove non c’è ascolto alcuno, dove non si tiene in considerazione la richiesta d’aiuto del bambino o della famiglia, dove è più comodo richiedere un insegnante di sostegno o consigliare pastigliette, sempre che di nuovo non si incontri il grande e osceno spettro della pedofilia!


E gravissimo è il fatto che spesso, troppo spesso, coloro che umiliano, feriscono e stuprano siano proprio coloro che rivestono il ruolo di tutori.
E la televisione? Dove collochiamo questa nuova governante dispotica e provocatoria, fredda e distaccata ma comunque crudele e apparentemente inalienabile? In nome di un’assurda libertà è stata censurata la censura, dimenticando che la propria libertà non deve ledere la libertà degli altri.
Ogni giorno, a tutte le ore, vengono proiettati film e telefilm in cui violenza, sessismo, abusi, tradimenti, crudeltà e menzogne sono gli ingredienti più usati. E questo non è intaccare con la propria deviata libertà di espressione la libertà di crescere e formarsi gradatamente, con valori più umani? Non si considera mai che il cervello assorbe le emozioni incapace di distinguere se esse sono frutto di realtà o di finzione.



Modelli assurdi ripetuti all’infinito che penetrano nelle menti e nei cuori fino a diventare “normali”: perversioni travestite da normalità, dimenticando che “normale” non è sinonimo di “giusto”. Nessuno si è ancora chiesto perchè negli anni passati i bambini giocavano a “mamme” o al massimo ai “dottori”, mentre oggi il gioco è l’aggressione, lo stupro di massa, la ripresa e diffusione di “atti osceni”? Ma quali “atti osceni”! Basta accendere la televisione dopo una certa ora o navigare in internet per essere sommersi di “atti osceni” non richiesti! Che ipocrisia! Allora, sono o non sono “atti osceni”? E se lo sono, perchè sono liberamente diffusi? E se non lo sono, perchè vengono poi condannati quando emulati?
Io ricordo invece sacri momenti in cui le voci degli anziani sussurravano:
“Sssh, non davanti ai bambini!”, e proteggevano con fermezza l’innocenza, il diritto alla fantasia, la raccolta del frutto secondo la stagione, il dono prezioso del saper attender e desiderare...

Ora la poesia viene disattesa continuamente, se non derisa o umiliata. L’essere sensibili è una vergogna. E “fare l’amore” non si dice nemmeno più: adesso quando si è educati si dice “far sesso”, ed è qualcosa di così accessibile e banale come bere una birra! Non a caso scelgo l’espressione “bere una birra”, poiché è questo ciò che si fa: bere acqua, si sa, arrugginisce! E poco conta se poi la gente si ammazza preda dell’alcol e della velocità, perché anche questo è uno status symbol, correre in tutto e per tutto. Si venderebbero forse meno auto se queste fossero impossibilitate ad andare oltre i 130 km/h?

Io non credo, così come non credo che sia impossibile divertirsi senza bere alcolici, così come credo che fermarsi di tanto in tanto a godere dell’attimo, ad assaporarlo sia gratificante e ed estremamente benefico. Ma chi non gode dell’arricchimento del passo lento e del momento raro, come può ancora fare l’amore? Come può sentire battere il cuore fino a scoppiare
allo scambiarsi del primo bacio?

E come può sentire il respiro che si ferma, la bocca secca e il cuore che fa un battito al minuto per l’emozione della “prima volta”, di ogni “prima volta”, se tutto è già stato intaccato dal disincanto, diventando scontato, già visto, già raccontato e dimostrato e documentato? Ho letto ieri di baby-prostitute, bambine che “scelgono” di vendersi in locali per giovanissimi, gestiti da persone di poco più grandi...
Che sentimenti possono coltivare dentro di loro? E chi sono coloro che tacciono sapendo?



Dov’è il rispetto, la considerazione dell’individuo, la volontà di “investire” per un mondo migliore? Perchè il fine ultimo di tutto dev’essere solo il sesso egoistico e fine a se stesso o il denaro? E davanti alle gratuite violenze perpetrate dal “branco” come dovrei comportarmi?
Cosa dovrei lasciare che mio figlio imparasse? Che il “diverso” è un nemico? E se il diverso fosse lui? Dovrei incoraggiarlo a nascondere le sue verità per non venire deriso o picchiato? E se fosse una diversità evidente, magari un handicap? Cosa dovrei farne? Abortirlo dopo un’amniocentesi, o abbandonarlo in un orfanatrofio o lungo una strada? E se lo concepissi con un bellissimo negro e la pelle ne fosse la spudorata testimonianza...?

E poi dovrei anche insegnargli che esiste la “gente per bene”. Famiglie di mera apparenza, i cui componenti rivestono magari cariche importanti, considerate e rispettate socialmente, ma che si arricchiscono con la morte: industriali delle armi, ad esempio, oppure che riciclano denaro sporco o nascondono rifiuti tossici e poi magari fanno tanta beneficenza!

E in mezzo a questo indiscutibile veleno caotico, come potrei, ditemi, come potrei fargli davvero capire cosa è giusto e cosa no, chi sono i “buoni” e i“cattivi”, quale sia la vera forza - che risiede nell’anima e non nei muscoli - e la debolezza - ben mascherata dietro atti di violenza e di sopraffazione -?

Fra qualche ora chiuderò gli occhi, mani sconosciute scaveranno nel mio ventre, ignare della vera ferita che staranno aprendo dentro il mio cuore e nel mio futuro...
In realtà non so nemmeno se mi risveglierò: non sempre gli interventi, per quanto banali, hanno esito positivo. Ma questa eventualità non è per me grave quanto correre il rischio di diventare così folle da concepire un figlio e offrirlo, innocente, a questo mondo.


Eliotropio

Benedetto XVI santo subito!

Circa un mese fa il nostro amato Pontefice ha fatto visita a Pavia. Ha salutato i malati del San Matteo, ha dato la sua benedizione (in diretta su Raiuno) i pavesi dagli Orti Borromaici, con tanto di canti eseguiti dall'orchestra dell'Istituto Vittadini e infine è giunto in Università perché... boh, che dire... perché a Pavia c'è anche quella!
Tuttavia, chi è veramente Benedetto XVI? Santo subito? La BBC, televisione per definizione comunista, anticlericale, filo-governativa e sicuramente fonte non affidabile non la pensa affatto così. È infatti apparso sull'emittente citata un documentario molto interessante da cui scaturiscono molte riflessioni sulla Chiesa (metto le mani avanti: sto parlando della Chiesta, non di tutta la categoria preti; diciamo di un 90% di essi).
In particolare, in questo pezzo di vero giornalismo d'inchiesta, viene fatto vedere in che modo negli ultimi 40 anni la Chiesa abbia affrontato il problema della pedofilia tramite il documento "Crimen Sollicitationis". Per piu’ di 20 anni, sostiene l’inchiesta della tv britannica, Joseph Ratzinger ha applicato questo documento segreto del 1962 che regolamentava il modo in cui i cardinali dovevano comportarsi di fronte a casi di abusi su minori in cui si dettava un codice di segretezza a cui attenersi; pena la scomunica. Il documento prevedeva anche che il Vescovo tenesse in cassaforte lo stesso documento e non lo facesse visionare a nessuno (forse tramite questa regola non si è saputo nulla della sua esistenza per 40 anni).
Se questo non bastasse, l'amico Ratzi era già stato iscritto nel registro degli indagati per un caso di pedofilia, ma non si è mai presentato al processo. Gli stessi preti indagati, inoltre, sono stati velocemente trasferiti in Vaticano. Motivazione: nello Stato Pontificio non è previsto alcun tipo di estradizione.
Questi sono i fatti. Su questo dobbiamo pensare e ragionare, farci una nostra idea di come funziona il mondo e chiederci se non sarebbe (forse) meglio credere in un Dio totalmente slegato dal mondo terreno per salvare ciò che c'è di buono in una Chiesa ormai in decadenza.

PS: inutile dire che la TV italiana non ha mai mandato in onda il documentario, contenente interviste, documenti e testimonianze totalmente attendibili. Il 17 maggio Santoro ha annunciato che avrebbe fatto il possibile per trasmetterlo su RaiDue. A breve sapremo come andrà a finire; io un'idea ce l'ho già..., e voi?

Print scan - pagine paradossali

Curiosando qua e là su internet si trovano cose stuzzicanti.
Ad esempio a gennaio, mentre cercavo informazioni per la mia inchiesta sul Unipv-WiFi, sono incappato sul sito del dipartimento governativo per l'Innovazione e la tecnologia. Il risultato è quello che segue:



Probabilmente l'innovazione s'è fermata.





Facendo invece un giro sui siti di quotidiani che solitamente non "cago" ho trovato, oltre a una valanga di notizie sconvolgenti, anche la pagina 'Nord cultura' sul quotidiano leghista "La Padania". Eccovela:




E' vuota! Chissà perché...

venerdì 18 maggio 2007

LA DOPPIA TRAGEDIA CHE ATTRAVERSA LE COSCIENZE

Inblostro è lieto di opistare un post di Vincenzo Andraous

Ci sono metropolitane che sembrano vicoli senza uscita, sentieri dimenticati di ogni giorno qualunque.
Ma quel che è accaduto a Vanessa, non è il risultato di un luogo abbandonato a se stesso, di una zona rossa da scansare, di uno spazio ove non esiste sicurezza.
Quel che è successo là sotto, poteva accadere nel bel mezzo di un viale cittadino, il problema non sta nella poca o assente illuminazione, o nell’insufficienza di tutori dell’ordine.
Abbiamo un’Italia che sta conoscendo il fondo senza bisogno di raschiarlo con le unghie, un paese che ulula per la troppa immigrazione, ma rimane silenziosamente in disparte, a fronte della troppa subcultura che dilaga.
Mi viene in mente come gli zingari, i sinti, i rom, definiscono una persona di razza differente, o meglio di altra origine, dal momento che la razza umana è una sola: la chiamano “gagio”, per sottolineare erroneamente la totale diversità, tutta dentro una supposta supremazia razziale.
C’è una intolleranza che si insinua sottotraccia, fino a diventare una forma di razzismo capovolto, per cui non è più il cittadino italiano a rifiutare o addirittura a rigettare l’altro, ma è colui che s’avventura in terra straniera a incalzare per tenere a distanza.
Vanessa morta, le due ragazze dell’est in prigione, rappresentano la doppia tragedia che ci attraversa la coscienza: la vita umana cancellata senza un fremito e il comportamento che ne ha prodotto il gesto folle.
C’è davvero una insofferenza imbracciata come un mitra, dentro una prossimità fatta di bisogni, di necessarietà, di tensioni, che confondendosi si urtano vicendevolmente fino a creare ulteriore disagio, fino a far straripare la misura delle accettazioni ospitali, sotto la pressione di nuove e incombenti intolleranze, le quali non sono più riconducibili alle differenze religiose o culturali, bensì alle miserie umane, che disconoscono accoglienza e accompagnamento, e non riconoscono il valore della propria dignità nel rispetto dell’altro.
Vanessa è morta, due ragazze sono in carcere, giustizia è fatta, ma per qualcuno il bene, la solidarietà, la giustizia, sono solo simboli altisonanti, quel che conta è il resto, che è appunto di più.
Nel disagio che solitamente attribuiamo a questa invasione di umanità, c’è solo un aspetto del disagio che viviamo tutti, che potrà trovare soluzione all’interno di un ripensamento culturale, proprio perché l’assenza eterna di Vanessa è fardello di tutti, e non è possibile scaricarla sul dolore solitario provocato dalla vittima di turno.
Vincenzo Andraous

giovedì 17 maggio 2007

Elezioni CNSU: prime indiscrezioni e primi commenti


Ecco i primi risultati da confermare:

Azione Universitaria: 1200 voti (-400 rispetto alle elezioni dello scorso anno).
Coordinamento per il diritto allo studio-UDU: 900 voti (-900 rispetto alle elezioni dello scorso anno)
Ateneo Studenti-Obbiettivo Studenti: 670 voti (-400 rispetto alle elezioni dello scorso anno)

StudentIndipendenti:non ha partecipato direttamente ma appoggiava il milanese Dino Motti
Studiare Linguistica a Pavia: non ha partecipato.
Gruppo Kos: non ha partecipato.
Passione Universitaria: non ha partecipato.

E' netto il calo fisiologico dovuto alla lontanza di queste elezioni (si votava per il solo CNSU) rispetto alle elezioni "locali" dove è più facile individuare un candidato amico. Ateneo Studenti e Azione Universitaria, se i dati saranno confermati , mantegono le loro posizioni.

E' altresì evidente il clamoroso tracollo di voti del Coordinamento per il diritto allo studio-U.D.U. che presenta un disavanzo altri 500 voti rispetto ai colleghi.

Molti i fattori che possono avere inciso. L'attuale maggioranza, nonostante le promesse di rito, non ha certo aiutato l'Università. In questo periodo il ministro Mussi è apparso più attento agli interessi della sua corrente che a quelle degli atenei italiani.I tagli selvaggi e ingiustificati apportati agli atenei e ai collegi, risorsa di Pavia, hanno influito sulle decisioni degli studenti pavesi?

La scelta, non proprio felice, della candidata di "sinistra"abbondantmente fuori corso avrà disincetivato gli elettori che le hanno preferito una giovane e promettente Chiara Montaldo? Molti hanno giudicato la candidata di Azione è più decisa e convicente. Matteo Greco, il candidato di Ateneo Studenti, probabilmente è rimasto indietro a causa della giovanissima età: candidare una "matricola" a molti è apparsa una mossa suicida.

O forse qualcosa si è inceppato nel
rodato meccanismo che vedeva gli studenti essere inondati da gadgets, feste (controfeste e UMF), aperitivi strategici a Radio Aut? Possibile che la linea adottata dai rappresentanti del Coordinamento per il diritto allo Studio-U.D.U. da molti ritenuta profondamente regressiva, isolazionista e conservatrice non si stia rivelando la strategia migliore?

Il dibattito è aperto. Apertissimo.


Aggiornamento: qui i risultati piu precisi.

mercoledì 16 maggio 2007

UNA VOCE FUORI DAL CORO


Pavia- Domenica 22 aprile ore 16.00 forse pochi, forse nessuno, forse solo il seguito pontificio, si sono accorti di un gruppetto di trenta persone, fra ragazzi e ragazze tutti vestiti uguali, alcuni dei quali armati d’archetto, collocati in una posizione molto vicina al S.S. Padre.
Chi erano quei temerari giovani e cosa facevano lì? Erano il quartetto della Facoltà di Musicologia, pari ai cori universitari europei e all’altezza dell’evento. Come mai molti dei presenti, non si sono accorti, delle Voci ben intonate e preparate, che provenivano da dietro le quinte e più precisamente alla destra del Pontefice?

Qualche corista, ha da dire la sua: “Non è colpa dei tecnici del suono, a cui rivolgiamo i più vivi ringraziamenti per la disponibilità. Forse, e dico forse, un po’ di responsabilità potrebbe averla chi ha abbandonato il coro a se stesso in un anfratto, se pur privilegiato, ma sempre anfratto. Senza considerare le sedie sottratte all’ultimo momento ed in modo sgarbato e senza acqua dalle 10:00 fino alle 16:00 non comunicando la più fondamentale delle indicazioni, dove era il bagno, e minore dei mali con il pranzo a carico nostro.” “Noi non vogliamo incolpare nessuno di negligenza, né avere manie di protagonismo” dice un’altro dei coristi, “però non ci sembra giusto essere trattati in questo modo, dopo tutto il lavoro fatto, alla fine siamo studenti anche noi dell’Ateneo di Pavia, e valiamo ne di più ne di meno, rispetto agli altri studenti dell’Università”.

Chi conosce bene questi ragazzi e passa con loro diverse ore a settimana ed ha vissuto diverse esperienze sia all’estero sia in Italia ha avuto non pochi disagi: “non c’è stato dato alcun riferimento preciso di quando il Papa stava per entrare nel cortile e di conseguenza quando iniziare a cantare e quando smettere, non vedevamo nulla e non c’era nessuno a darci un segnale.” “Non che l’Università non fosse preparata all’accoglienza del Santo Padre, anzi direi proprio il contrario” -continua una corista-, “però come tutto davanti era preciso e ben organizzato sarebbe stato bello che fosse così anche dietro le quinte. Così, da valorizzare ancora di più, la presenza musicale tanto amata da Papa Ratzinger, e il lavoro di ragazzi molto volenterosi e preparati in repertori non usuali”. Eppure nonostante tutti i disagi e la fatica, alla fine prevale soprattutto la soddisfazione e l’orgoglio di aver potuto partecipare ad un evento così straordinario: “ cantare e suonare di fronte al Papa non è una cosa che capita tutti i giorni, per questo vogliamo ringraziare il Rettore e tutto il personale che ha reso possibile la nostra presenza, e quei pochi ascoltatori che hanno apprezzato il nostro lavoro. Chi sa se fra loro c’è anche papa ratzi.”


Luca Mancini



martedì 15 maggio 2007

€ Mussi parlò ancora e fece pure....

Fabio Mussi, probabilmente gasatosi per i complimenti ricevuti per la sua recente attività antirazzista, ha deciso di darci dentro. Il Ministro ha infatti licenziato un provvedimento sui ricercatori, purtroppo pessimo. Chissa cosa facevano al CNSU quando approvarono il provvedimento?

Tronfio e tacchino dell'opera è andato poi ad Anno Zero a (s)parlare di Università. Un po' di vetrina per la sua SD è sempre utile. E anche qui ha dato del suo meglio. Ben aiutato da Santoro, occorre dirlo.

Domanda: non è che Mussi apre il CNSU agli studenti stranieri per essere sicuro che NON comprendano esattamente la portata delle ca...te che gli sottopporrà nei mesi a venire? O il nostro ha in mente di farne una commissione internazionale di altissimo livello.

lunedì 14 maggio 2007

Rappresentazione grafica del conflitto di interessi di Mister B.

Mediaet compra la casa di produzione televisiva Endemol, la quale ha nel suo portfolio i maggiori successi della Rai, tipo "Affari tuoi" o "Che tempo che fa". In questo modo, il conflitto di interessi ha raggiunto un livello di dimensioni galattiche. Ecco una breve rappresentazione grafica di quanto è successo di modo che anche i meno pratici di tv (ovvero i diregenti del centro-sinistra e i lettori del Giornale) possano capirci qualcosa e non prendere per buone tutte le stronzate che diranno Adriano Sofri e Giuliano Ferrara...


1) è il leader di e quindi ha consiglieri in

2) è il padrone di che è la concorrente di

3) I successi della sono format della che ora è di


4)Ecco come l'ha presa la Rai: (la Rai è davanti, Berluconi dietro)

domenica 13 maggio 2007

Oil is our God

I nostri figli non viaggeranno in areo, non più. Questo il messaggio di The Oil Crash, documentario pluripremiato che in Italia, probabilmente, non vedremo.


sabato 12 maggio 2007

I limiti della globalizzazione



Tutto credevo di vedere ma non questo...

venerdì 11 maggio 2007

pronti, partenza, viaaaaa

Gli slogan di Ateneo Studenti

Qualche giorno fa stavo, in occasione del post sui manifesti elettorali Azione universitaria e UDU, stavo per scrivere qualcosa come "lodevole l'iniziativa di Ateneo studenti di optare per degli adesivi, più discreti e capaci di suscitare curiosità". Ho fatto bene: due giorni dopo il loro attacchinaggio fu radicale e selvaggio quasi quanto quello di Azione universitaria. Anzi, passando per l'ingresso principale dell'Università centrale, sembrava quasi che tra i due partiti fosse scoppiata una guerra, con quelli dell' UDU in ritardo costretti ad attaccare sopra gli altri manifesti che avevano egemonizzato tutti gli spazi.

I manifesti di Ateneo studenti hanno degli slogan bellissimi. Verrebbe da pensare che abbiano preso un esperto di comunicazione, che ne so, degli studenti CIM per crearli, mentre lo studente CIM, o meglio, la studentessa CIM, è la candidata di Azione universitaria.
Quali sono questi slogan straordinari?
Andiamo a vedere.

La grandezza di un popolo, la forza di un uomo
Matteo Greco, matricola della Facoltà di Lettere. Non dubito che possa avere del potenziale, ma uno slogan così neanche Berlusconi l'ha usato.

Se non vuoi la solita minestra, barra la finestra.
Tralasciando l'originalità, avrebbero potuto puntare sulla provocazione: "Chi ama la figa tracci una riga" sarebbe stato più forte!

E infine...
e CL dove la lasciamo?

Mussi a favore degli studenti stranieri al CNSU

Mussi reagisci, rispondi, dì qualcosa! Reagisci!... E dai!... Dai, rispondi! Mussi dì qualcosa, reagisci...dai!... dì qualcosa, Mussi rispondi. Mussi, dì una cosa di sinistra, dì una cosa anche non di sinistra, di civiltà, Mussi dì una cosa, dì qualcosa, reagisci!

...e finalmente Mussi dice qualcosa di civiltà.
Al rettore dell’Università di Bergamo, Alberto Castoldi , che avevo bloccato la candidatura per le elezioni del CNSU di cinque studenti stranieri iscritti all'ateneo orobico, il Ministro risponde tramite un comunicato stampa in cui precisa “che gli studenti di Paesi non appartenenti all'Unione Europea sono pienamente eleggibili negli organi di Ateneo, alle stesse condizioni previste per gli studenti cittadini italiani”.

Gli studenti in causa sono regolarmente iscritti alle facoltà bergamasche e rientrano nella “cittadinanza studendesca” che partecipa alla vita dell’Università, ma non godrebbero degli stessi diritti politici degli italiani, e nel regolamento dell’ ateneo si legge “"lo stato di eleggibilità deve essere dichiarato dal candidato con apposita autocertificazione che attesti anche il godimento dei diritti politici”. Quindi, secondo regolamento, per questi studenti (una studentessa albanese e quattro marocchini), non ci sarebbe modo di candidarsi.

Nel frattempo riguardiamo lo spezzone di "Aprile" di Nanni Moretti...

Lui e l'altro

Nuovo attacco del leader della Cdl in vista delle amministrative del 13 e 14 maggio: chi non vota per noi dovrebbe essere «ricoverato per infermità mentale».
S. Berlusconi
5/05/2007, la Repubblica

«Ho rispetto per Ségolène Royal e per i milioni di elettori che hanno votato per lei», ha detto Sarkozy zittendo subito alcuni fischi dei suoi fan quando ha citato la rivale socialista.
N. Sarkozy
6/05/2007, Corriere.it

Sarkozy ha visto Berlusconi come modello "Le sue idee sono le mie", ha infatti affermato il leader di Forza Italia, a Monza per sostenere il candidato sindaco della Cdl.
7/05/2007, la Repubblica

giovedì 10 maggio 2007

Perche ha vinto Sarkozy

Il risultato del secondo turno delle elezioni presidenziali francesi dà una chiara vittoria a Nicolas Sarkozy, ma Ségolène Royal si è comportata relativamente bene. Con il 47 per cento dei voti, è solo un punto al di sotto del punteggio ottenuto dalla sinistra in ogni tipo di elezione dal 1993.

L’elettorato si sposta a destra


I risultati del primo turno suggeriscono, tuttavia, che la Royal ha beneficiato dell’acuta ostilità nei confronti di Sarkozy di buona parte dell’elettorato di centro.
Al primo turno, queste persone hanno votato in massa per François Bayrou, e metà degli elettori centristi che si sono presi il disturbo di votare al secondo turno ha scelto la signora Royal. Si potrebbe sostenere che con un candidato capace di raccogliere più larghi consensi, la destra avrebbe ottenuto un risultato anche migliore. Inoltre, la destra ha vinto sebbene fosse al governo già da cinque anni: una grande novità. Il governo in carica ha perso tutte le elezioni presidenziali e parlamentari dal 1981, con l’unica semi-eccezione del 1995 quando Chirac vinse contro Jospin (ma Chirac stesso vinse contro il primo ministro in carica Balladur e aveva messo in piedi un campagna orientata a sinistra con il motto "divisione sociale").
Perciò, l’intero elettorato sembra spostarsi a destra, come dimostrano i risultati del primo turno. Nel 1981, il partito che a sinistra ottenne il miglior risultato fu il Partito comunista di Marchais, con circa il 16 per cento dei voti. Nel 2007, è la Royal, mentre il partito comunista è virtualmente scomparso.

Il peso dei valori. E dell’economia

I commentatori parleranno a lungo del ruolo "dei valori" (il duro lavoro, la famiglia, la nazione) nel condizionare il risultato. Credo però che tali "valori" siano sopravvalutati.
In primo luogo, è plausibile che gli elettori siano giustamente scettici circa il contenuto reale di questi valori in termini di politiche. In secondo luogo, i comportamenti dei due principali candidati sui valori in gran parte hanno finito per coincidere durante la campagna. Per esempio, la Royal elogiava la bandiera nazionale francese, mentre Sarkozy parlava di creare un ministero dell'Immigrazione e dell'identità nazionale.
Di economia, invece, si è parlato meno, ma credo che abbia avuto un ruolo chiave nelle decisioni degli elettori. Il motivo è che su questo argomento i due contendenti principali si sono maggiormente differenziati e la gente ha potuto confrontare le promesse elettorali con i risultati degli ultimi dieci anni: se una promessa dalla Royal assomiglia alle azioni del governo di Jospin 1997-2002, allora è plausibile che sia attuata. Lo stesso vale per Sarkozy, un membro del governo dal 2002.
Con le sue arcaiche proposte economiche, la sinistra ha puntato a costituire un’improbabile coalizione di impiegati statali, di chi percepisce sussidi sociali e di artisti, anch’essi con sussidio pubblico. Tutto ciò, l’ha confinata in una posizione di minoranza. Non ha invece preso in considerazione la crescita della nuova classe sociale di proprietari immobiliari. Persone che hanno cominciato a investire nella proprietà nella seconda metà degli anni Novanta, in parte perché si aspettavano che il sistema pensionistico sarebbe da lì a poco entrato in crisi.
Ironicamente, la mancanza di iniziativa del governo Jospin sul fronte previdenziale ha contribuito a quel fenomeno. Di conseguenza, i prezzi delle proprietà hanno cominciato ad aumentare rapidamente, così che la nuova classe di proprietari è diventata più ricca.
La sinistra ha perso questi voti con una serie di proposte che probabilmente li ha spaventati. C’era una vaga promessa di mettere un tetto agli affitti e accenni a un intervento governativo che avrebbe interferito con la possibilità dei proprietari di disporre liberamente delle loro proprietà. Si andava da discorsi sulla possibilità di "requisire" appartamenti sfitti all’idea di allocare gli affittuari secondo una qualche nozione di "bisogno" e non secondo la scelta del proprietario dell’immobile.
L'imposta sul reddito sarebbe aumentata per chi guadagna più di 4mila euro al mese (definito in modo ampio). Questione aggravata dalle dichiarazioni di François Hollande, capo del partito socialista, al quale "non piacciono i ricchi". Al contrario, Nicolas Sarkozy ha proposto una riduzione marcata delle tasse di successione, probabilmente più attraente per questa categoria di elettori, che poteva anche sperare in una graduale riduzione dell'imposta sul patrimonio ("impôt sur la fortune").
Un altro errore è stata la promessa di cancellare la riforma delle pensioni del 2003. Quella riforma stata approvata tra le usuali proteste violente ed era veramente necessaria. Semmai, è insufficiente e altri provvedimenti dovrebbero essere (e saranno) presi. La proposta socialista non solo era irresponsabile, ma anche contraddittoria, poiché non è stata indicata nessuna alternativa; ed era ingiusta, perché uno dei punti centrali della riforma del 2003 è l'aumento degli anni di contributi richiesti ai funzionari pubblici per equipararli al settore privato. Di conseguenza, la sinistra ha perso i voti tra i pensionati e gli operai più anziani.
La maggior parte della gente ora si aspetta una divisione della sinistra in una sinistra radicale collettivista e in un centro-sinistra socialdemocratico. Non è chiaro, però, quale potrebbe essere la piattaforma politica di quest’ultimo.
Il suo punto di vista è già pericolosamente vicino a quello di Bayrou, che prova a costruire sul suo successo cannibalizzando l'elettorato socialista e per apparire come l'opposizione principale a Nicolas Sarkozy. E un partito social-democratico sullo stile dei paesi nordici o della Spd tedesca finirebbe per ritrovarsi a destra dell’Ump di Sarkozy.
La sinistra è di fronte ad una scelta difficile: o mantiene una strategia perdente di "sinistra radicale" o compete per un posticino già affollato. La migliore chance di sopravvivenza è nella speranza che Sarkozy attui politiche ancora più di destra di quelle dei governi Villepin e Raffarin. Ma questo resta tutto da vedere.

Gilles Saint-Paul "tratto dal sito www.lavoce.info"

Mussi: una ne pensa, cento ne fa

L'onorevole Fabio Mussi, ministro dell'Università, è probabilmente piu interessato al suo nuovo giocattolo che al suo ministero. Andrea l'aveva già fatto notare qui.

Il nostro, non contento della cappella, ne ha fatta un'altra degna di nota:

10 milioni di euro l’anno. A metterli a disposizione al Governo, per un periodo di cinque anni, è l’Associazione per il Software Libero. La proposta mira alla promozione del software libero ed è lanciata in risposta provocatoria all’accordo firmato dal Ministero dell’Università con Microsoft, e che prevede l’erogazione di 737.300 euro in tre anni, sulla base delle necessità specifiche di prodotti hardware, software, servizi di supporto tecnico e attività formative. Una cifra rappresenta lo 0,0007 % del fatturato della suddetta corporation, pari a 44.282.000.000 di dollari americani nell'anno 2006. L’associazione per il software libero si impegna così a mettere a disposizione una cifra ben superiore da destinare ad attività formative, materiale didattico, soluzioni tecnologiche e software, direttamente o delegando aziende italiane che lavorano nell'ambito del software libero.

Non bastavano i tagli. Purtroppo no.

mercoledì 9 maggio 2007

Campagne elettorali, manifesti & co...

È entrata nel vivo la campagna elettorale per le elezioni del CNSU. Lo sanno anche i muri, quelli dell’università e della città, tappezzati dai manifesti.
UDU e Azione Universitaria hanno iniziato a darsi battaglia così, a chi mette più manifesti sulle pareti. I metodi e i modi cambiano.
Fuori dagli ambienti universitari e tra i vialetti del Cravino entrambi gli schieramenti prediligono la colla.
In Centrale l’ UDU predilige delle salde puntine, andando ad attaccare i fogli nei bordi in basso delle bacheche, per non coprire le altre affissioni, mentre i giovani di Azione ne attaccano a tutto spiano, spesso coprendo avvisi e locandine già presenti. Lo fanno però con dello scotch leggero e, così, nel tardo pomeriggio molti manifesti sono già a terra.
La battaglia per loro inizierà il mattino dopo, andando a cercare nuovi spazi da riempire, con nuovi manifesti a sustituire i “caduti per la causa” nel giorno precedente.

La candidata di Azione, inoltre, attira i commenti di molti ragazzi, mentre da lontano inquieta la sua onnipresenza: Big sister Montaldo is watching you.
PS: nella prossima punta spazio agli slogan di Ateneo studenti

i redattori della fazione anti-anticlericale di "Inchiostro" ballano il limbo dopo che ne è stata decretata la fine



La redazione di Inchiostro al lavoro.
Partecipa anche tu!

lunedì 7 maggio 2007

Sono di sinistra ma sto diventando razzista

Questa mattina, su "la Repubblica", una lettera interpreta, in un modo a mio dire perfetto, il sentimento di tante persone di sinistra, strette tra l'ideale di uguaglianza e di aiuto verso i meno fortunati e i tanti fatti di cronaca violenta che vedono come protagonisti gli immigrati.
Può essere l'occasione per parlare di questo problema in maniera seria, senza stupidi (inutili?obsoleti?) steccati ideologici.
Nel sito del giornale, www.repubblica.it, la risposta di Augias, al quale la lettera era stata inviata.

GENTILE Augias,
ho 49 anni, vivo a Roma, lavoro al Quirinale, ho studiato, leggo buoni libri (credo e spero), mi interesso di politica, leggo ogni giorno 2 quotidiani, guardo in tv Ballarò e Matrix e voto a sinistra, sono stato candidato municipale per la Lista Roma per Veltroni. Cerco di insegnare alle mie figlie i valori della tolleranza e della nonviolenza, dell'importanza dell'istruzione, delle buone letture e dello studio, l'etica del lavoro e del sacrificio per ottenere qualcosa di duraturo e vero nella vita. Lotto ogni giorno, al loro fianco, contro la cultura del nulla e dell'apparire, contro i Tronisti e le Veline e i Grandi Fratelli.

Ma questo è un altro discorso e quindi torno subito a me ed alla mia richiesta di aiuto.
A 49 anni sto diventando un grandissimo razzista e non riesco a sopportarlo.

Non c'è stata una molla scatenante, un atto di violenza compiuto verso di me o la mia famiglia o amici, ma un continuo stillicidio di fatti letti, di violenza vista, di sicumera da impunità, di moralità calpestata, di identità violata e violentata, di fatti raccontati da persone sconosciute su un tram o una metropolitana.

Ad una signora anziana che ha tossito (forte e ripetutamente) sul tram la giovane ragazza slava seduta davanti a lei ha detto: "Se sei malata devi scendere, vecchia!!". Alle mie rimostranze sia la ragazza che il suo accompagnatore hanno semplicemente risposto: "Tu che c.. o vuoi, fatti i c.. i tua", proprio così tua, alla romana. Altro giro sul tram, affollato. Sale una vecchietta, si avvicina ad una ragazza di colore, la più vicina all'entrata e seduta tra altre 2 persone anziane e, gentilmente, le chiede il posto: prima non risponde e poi, all'insistenza dell'anziana biascica un "vaffanc.. vecchia puttana". Il vecchietto seduto si alza per darle il posto: io intervengo per dire che non è giusto, lei è giovane e può benissimo alzarsi per una vecchietta. Quella si alza, mi guarda, dice qualcosa e poi mi sputa la gomma americana che ciancicava: l'ho presa per il colletto e l'ho sbattuta fuori dal tram, alla fermata.
Tutti ad applaudire ma io mi sono vergognato come un ladro per la mia reazione ed alla fermata successiva sono sceso.

Lavorando al Quirinale ogni tanto vado a comprare un panino in piazza Fontana di Trevi: ho sventato 2 borseggi da parte delle zingarelle. Ad un turista di Palermo ho fatto recuperare tutto il bottino che gli era stato trafugato e, appena mi accorgo della loro presenza di branco in caccia, avverto la polizia che staziona alla fontana: nessuno si muove perché devono stare vicino alle moto o alle macchine. Ed allora capisco che Fontana di Trevi è terra di nessuno, tra decine di venditori di pistolette che fanno le bolle di sapone e di quegli aggeggi rumorosissimi che si lanciano in aria e fanno il verso dei grilli mentre le bande imperversano.

Di fronte agli stupri che avvengono, troppo frequentemente, in varie città italiane, mi chiedo: e se io stuprassi una giovane araba alla Mecca o a Casablanca, se venissi preso dalla locale polizia a cosa andrei incontro?
E se a Bucarest, in metropolitana, avessi accoltellato un giovane rumeno per una spinta ricevuta, che mi avrebbero fatto le locali autorità? Perché devo essere sempre buono ed accogliente con i nomadi, ahi tasto dolentissimo e pericolosissimo, quando questi rubano, si ubriacano, violano la mia casa e la mia intimità, quando rovistano nei cassonetti e buttano tutto fuori, quando mendicano con cattiveria e violenza, quando bastonano le immigrate che non vogliono prostituirsi, quando sbattono i bambini in strada o mandano i figli a scuola con i pidocchi?
Perché se chiedo l'espulsione immediata dei clandestini violenti e ladri e meretrici e protettori di meretrici vengo immediatamente accostato a Eichmann?

Perché lo schieramento politico che mi rappresenta, se io chiedo certezza delle pene e della detenzione, mi risponde con Mastella che nomina direttore generale del Ministero di Grazia e Giustizia quel Nuvoli Gianpaolo che, secoli fa ormai, ai tempi di Mani Pulite, ebbe a dire di Borrelli "se il procuratore fosse condotto alla forca sarei in prima fila per assistere all'esecuzione"?

Perché quando Fini, allora competitor di Rutelli a sindaco di Roma, propose di spostare i campi nomadi fuori dal Gra di Roma, tutti noi della sinistra (quindi me incluso ed in prima fila) gridammo "tutti i fascisti fuori dal raccordo" ed ora, a più di quindici anni di distanza, prevale l'idea del mio sindaco e del prefetto di compiere in tutta fretta questa operazione smentendo così, sostanzialmente, tutta la politica fin qui seguita dell'integrazione e dell'accoglienza solidale?

Perché devo sopportare lo strazio umano di vedere per le strade, di giorno e di notte, giovanissime prostitute schiave senza che a qualcuno, di destra prima e di sinistra ora, sia venuto in mente di vietare la prostituzione in strada cambiando semplicemente la legge in vigore?

Però se i cittadini delle zone interessate scendono in strada e reclamano, con le ronde e con le fiaccole, un minimo di decenza ed anche di lotta alla schiavitù ecco subito le anime belle gridare al fascismo ed al ritorno delle camicie brune.

Sta crescendo ogni giorno di più l'intolleranza, sta montando l'odio per lo straniero e nessuno fa nulla per spegnere queste pericolosissime braci.
Centinaia di persone come me, che hanno sempre litigato con tutti per difendere chi entra in questo Paese, che si sono battute come leoni contro l'intolleranza e la violenza xenofoba, sono stremate e ridotte, ormai, alla schizofrenia.

Io voglio spegnere quelle braci prima che si trasformino in un incendio di rancori e violenza, non voglio lasciare più il monopolio della legalità alla destra e quindi non capisco, perché dare il voto locale agli immigrati, dopo 5 anni di permanenza nel nostro Paese, quando in nessun grande Paese dell'Europa Occidentale questo avviene. So benissimo, come tutti gli italiani, che in Italia, ogni giorno, mille e più reati, anche odiosissimi, vengono compiuti da miei connazionali, nessuno crede veramente che la sicurezza venga messa a repentaglio solo dagli immigrati, non voglio e mi opporrò con tutte le mie forze al dagli allo straniero.

Ma voglio legalità, voglio la cultura della legalità in questo benedetto Paese, voglio che chi sbaglia paghi.
Claudio Poverini

domenica 6 maggio 2007

sabato 5 maggio 2007

Libertà di Stampa


La vera libertà di stampa è dire alla gente ciò che la gente non vorrebbe sentirsi dire - Orwell

venerdì 4 maggio 2007

Come fare colpo senza spendere...

Siete sopravvissuti a San Valentino ( vi ricordo questo splendido articolo a proposito). Il tempo passa e la vostra "lei" reclama attenzioni.
Rapidamente passate in rassegna le varie possibilità a vostra disposizione.

1)Anello: non se ne parla proprio. Non avete soldi.
2)Fiori: idem come sopra
3)Cena intima: vorrebbe dire rinunziare alla partita di calcetto. Giammai.
E allora? Che fare?
Ecco un bel "barbatrucco" per fare bella figura senza spendere un euro.

MapMSG.com


Ovviamente è meglio che scriviate qualcosa di legermente diverso e più adatto alla situazione. Provate. Garantito al limone.

giovedì 3 maggio 2007

Giornata internazionale della libertà di stampa


In occasione di questa giornata, Inchiostro invita tutti a partecipare alla conferenza che si terrà martedì 8 maggio alle ore 21 presso l'aula del Quattrocento.

La conferenza, il cui tema sarà la libertà di stampa in Italia, avrà come protagonista Domenico Affinito, vice-presidente della sezione italiana di Reporter sans frontières, Anna Piras, giornalista di Rai Parlamento, e l' Onorevole Tana De Zulueta.

Modererà l' incontro il professor Ernesto Bettinelli, docente di Diritto Costituzionale.


Sarà un'occasione per fare un quadro sulla libertà di stampa in Italia che, malgrado sia risalita nelle classifiche di RsF e Freedom house dopo la fine del governo Berlusconi, è ancora parzialmente minata. Ultimo caso che ha riaperto il dibattito il recente ddl Mastella sulle pubblicazioni degli atti giudiziari.

La situazione dell' Università in Italia

(cliccando sul titolo si potrà leggere l'articolo in questione)

Si sta verificando una situazione paradossale nel sistema educativo italiano e Angelo Panebianco lancia un accorato appello sul Magazine del Corriere della Sera del 26 aprile scorso.Panebianco trova un paradosso e lo denuncia: il centro-sinistra, che trova un notevole sostegno “tra gli educatori di ogni ordine e grado”, non si impegna abbastanza a migliorare l’istruzione come sarebbe adeguato. Anzi, i suoi provvedimenti non farebbero altro che peggiorare la qualità degli insegnamenti. Lo testimoniano alcuni fatti:
-l’assunzione di una moltitudine di precari;
-la creazione delle lauree triennali;
-una “raffica di promozioni indiscriminate”.
Questo solo per quanto riguarda la legislazione 1996-2000.
E ora, cosa avrà mai fatto il governo attuale?
«L’Università –scrive l’editorialista del Corriere e docente dell’ Università di Bologna- è stata duramente colpita dall’ ultima Finanziaria», tramite «pesanti decurtazioni di bilancio, (…) in parte compensate da aumenti delle tasse universitarie». Una situazione ben visibile agli occhi di tutti gli studenti e dei genitori…

Panebianco denuncia ancora come questa politica finanziaria metta in crisi anche istituzioni di eccellente qualità, come i Collegi universitari, citandone due a noi conosciuti, il Ghislieri e il Borromeo.

Ma torniamo a noi: si avvicinano le elezioni del CNSU, il Consiglio nazionale degli studenti universitari, che si terranno il 16 e il 17 maggio. Il CNSU è organo consultivo di rappresentanza degli studenti che formula pareri e proposte al Miur. Noi studenti siamo chiamati ad eleggere i nostri rappresentanti con la speranza che si rivelino capaci di risvegliare il ministro Mussi dal coma profondo, impegnato com’è a pensare “Mi si nota di più se vado nel PD o se mi sposto a sinistra?”.
[il ministro ha studiato alla Normale di Pisa, altro Collegio messo in pericolo dai tagli: farà qualcosa per evitare che il centro che l'ha formato vada in rovina con conseguenze terribili, come la produzione di una classe dirigente peggiore di quella odierna?!]

ATTENZIONE: il prossimo numero di Inchiostro sarà dedicato alle elezioni del CNSU. Verrà dato spazio ai candidati che hanno accettato l'invito della redazione a scrivere un articolo con le loro idee e proposte.

martedì 1 maggio 2007

Diventeranno famosi? Sì, grazie al web...



I 7grani, gruppo musicale emergente originaro di Como (di Bizzarone per la precisione, paese reso celebre da Aldo, Giovanni e Giacomo con i loro sketch sugli svizzeri, ricordate?) stanno spopolando in giro per il mondo. Come, direte voi?
Grazie al web e all'etere! I loro brani e video sono scaricabili da Myspace e Youtube. E, inoltre, molte radio indipendenti hanno inserito nei loro programmi radiofonici le produzioni di questi ragazzi trentenni. Che dire? Veramente il web 2.0 sta cambiando il mondo? Forse è veramente così...
Date un'occhiata al loro sito, artigianale ma molto carino! (basta cliccare sul titolo di questo post...)

I° Maggio



Futuro prossimo o passato remoto?