giovedì 29 marzo 2007

European youth forum

Nel week end del 24 e del 25 marzo 2007 si è tenuto a Roma il primo European Youth Summit.
Si trattava di un week end in cui alcuni giovani europei, 6 per ogni nazione, si sono incontrati per discutere di politiche giovanili a livello europeo.

In conclusione i giovani partecipanti hanno redatto un breve documento.
Da questo si rilevano alcune proposte atte ad aumentare il coinvolgimento e la partecipazione giovanili nelle decisioni politiche. Tra queste anche la proposta di abbassare a 16 anni il diritto al voto, una proposta che già fa discutere in Austria.

Questo evento è stato il primo nel suo genere e si auspica ad un’ istituzionalizzazione di quest’organo che potrebbe diventare un ottimo interlocutore della Commissione …
In questo caso sarebbe però bene fare alcune modifiche riguardanti la scelta dei rappresententanti. All’ estero i giovani “parlamentari per un week-end” sono stati selezionati su concorsi individuali: positivo quindi che ci sia stato un concorso per la scelta, negativo che invece nasca dall’ iniziativa individuale. In Italia è invece avvenuto il contrario: i giovani sono stati scelti molto spesso tra le associazioni invitate a partecipare ai consigli interregionali, ma la scelta per i delegati di regione prima e di stato poi è stata affidata al caso, tramite l’estrazione. Da una parte si riconosce il ruolo dell’associazionismo giovanile, ma dall’altra non si guarda al merito e alle capacità dei rappresentanti.
A riflettere…

Per saperne di più: leggi la dichiarazione finale dell' European Youth Forum.

lunedì 26 marzo 2007

Recensione_Lezioni di Volo

(Italia, 2006)Regia di Francesca Archibugicon Giovanna Mezzogiorno, Andrea Miglio Risi, Angel Tom Karumathy, Anna Galiena, Flavio Bucci, Roberto Citran, Liam Cunningham, Angela Finocchiaro

La trama è questa: due studenti liceali in crisi partono per l’ India alla ricerca di sé stessi e dimenticando un po’ le loro famiglie. Arrivati in India si trovano in un mondo completamente diverso che li stordisce quasi e li riduce al lastrico fino a quando non trovano una bella ostetrica italiana che li aiuta e li condurrà alla maturità in questo loro viaggio iniziatico.

I presupposti per un film, non dico bello, ma almeno interessante ci sono. Tuttavia sono giusto presupposti: la parte iniziale e quella finale scorrono troppo velocemente narrando in maniera minimale. La parte centrale va via lentamente. Inoltre i personaggi sono delineati con martello e scalpello, in modo grossolano e banale (è il soprattutto caso dei genitori dei ragazzi).

domenica 25 marzo 2007

venerdì 23 marzo 2007

Inchiostro al Festival del Giornalismo


Inchiostro compie 12 anni.
La redazione li festeggia al Festival internazionale del Giornalismo di Perugia

“Inchiostro”, il giornale degli studenti dell’Università di Pavia, è al Festival internazionale del Giornalismo di Perugia. Undici redattori sono partiti alla volta del capoluogo umbro per seguire conferenze, incontri e dibattiti dedicati al giornalismo italiano, internazionale, investigativo e di guerra ascoltando le testimonianze di personaggi quali Oliviero Bergamini (inviato del TG3), George Krimsky (fondatore dell’International Center for Journalists), Talal Khrais (giornalista del quotidiano libanese As-Safir), Claudio Sabelli Fioretti, Edmondo Berselli, Marco Travaglio, Piero Ottone, Dave Randall…

La partecipazione di “Inchiostro” al Festival rappresenta- aggiungono i redattori entusiasti- uno stimolo a fare sempre meglio e a proporre contenuti migliori nel giornale. Un’occasione per poter imparare e approfondire i temi riguardanti un mestiere non facile, e spesso criticato o criticabile. Una professione per la quale la formazione e le basi etiche così come pratiche sono fondamentali.

Il primo Festival internazionale del Giornalismo cade in occasione del 12° compleanno di “Inchiostro” – che nacque nel Marzo 1995- un’opportunità per imparare ed un auspicio a continuare. Sempre meglio.

PS: I redattori partecipanti al "viaggio" si sono completamente autofinanziati viaggio, pernottamento, cibo...

mercoledì 21 marzo 2007

Dall' archivio segreto di Corona

Vi hanno fatto vedere solo una foto...

...noi abbiamo trovato la seconda:

Noi uomini veri

"Quelli che mi attaccano vadano pure a quel paese.

L'omosessualità è una devianza.
Non ho nulla contro i gay, ma sia chiaro: non possono fare gli insegnanti, i militari, gli allenatori di calcio e gli istruttori nelle palestre: sono diseducativi.
Non mi danno fastidio. come dice mio cugino: uno di loro in più è una concorrenza in meno per noi uomini veri"

Piergianni Prosperini, AN
Assessore al Turismo e allo Sport della Regione Lombardia

"Di dirigenti come lui la destra italiana non sa che farsene"
Gianfranco Fini
Segretario di AN

La Repubblica, 20 marzo, pag. 16

sabato 17 marzo 2007

Sondaggio: Di.Co

Primo sondaggio del Blog. Tema del momento: i Di.co., argomento su cui si è già detto tutto e il contrario di tutto.
Votate.



Create polls and vote for free. dPolls.com

venerdì 16 marzo 2007

Marco Travaglio su "Puttanopoli"

Ciascuno può pensarla come crede sulla scelta di pubblicare o meno il nome della vittima di un progetto di estorsione. Ma una cosa non è (o non dovrebbe essere) consentita a nessuno: raccontare palle.

L’ultima è che la legge sulle intercettazioni in discussione in Parlamento avrebbe impedito quanto è accaduto al povero Sircana. Non è vero niente, salvo che depenalizzino il reato di estorsione. Con o senza la nuova legge, è assolutamente inevitabile che, indagando su una gang di ricattatori, il pm che li vuole arrestare formuli al giudice una richiesta con gli indizi (intercettazioni, testimonianze, carte ecc.) a loro carico. E che il gip che li arresta indichi nell’ordinanza di cattura i motivi che l’hanno convinto ad ammanettarli. Per un eccesso di scrupolo, peraltro non dovuto, il gip Alberto Iannuzzi ha coperto di omissis il nome di Sircana. Che poi il bersaglio del paparazzo fosse lui, era il segreto di Pulcinella, destinato a cadere in pochi giorni.

Ora, i soliti tromboni del diritto un tanto al chilo invocano la legge sulle intercettazioni. Bruno Vespa, dopo aver sceneggiato con voci di attori una telefonata fra Corona e la moglie, si lancia con eccelsa coerenza nella solita filippica diffamatoria contro le Procure che passerebbero le carte segrete alla stampa (a proposito: perché i vertici della Rai non gli impongono di avvertire in anticipo i pm che intende diffamare, per consentire loro il diritto di replica?). Com’è noto, le intercettazioni di Vallettopoli sono contenute nell’ordinanza di custodia che, essendo nota ad arrestati e avvocati, non è segreta (il nome di Sircana nell’ordinanza non c’era, ma era noto agli indagati, cioè al paparazzo, a Corona e a tutta l’allegra brigata). Che cosa prevede la legge Mastella? 1) Vietato pubblicare fino all’udienza preliminare gli atti d’indagine, anche quelli non più segreti, sia integrali sia per riassunto: non certo il loro contenuto, altrimenti non si potrebbe più dire neppure che hanno arrestato Provenzano e perché. 2) Vietato pubblicare sempre e in qualunque forma le intercettazioni telefoniche. Ora, l’altro giorno tutte le agenzie e i giornali hanno pubblicato le intercettazioni dell’ordinanza di Potenza. Compresa quella del paparazzo che pedina Sircana e ne informa Corona. Nessuno ha fatto il nome di Sircana, tranne il Giornale. Con la nuova legge, nessuno avrebbe più potuto pubblicare il testo della telefonata. Ma il contenuto, con o senza il nome di Sircana, avrebbero potuto raccontarla tutti: perché Corona & C. sono stati arrestati anche per quel fatto. E, anche se tutti, Giornale compreso, avessero taciuto il nome, questo sarebbe emerso tra qualche mese al processo, che è pubblico: che si fa, un’altra legge per vietare ai giornalisti di assistere ai processi e di raccontarli?


Dunque la legge non impedisce né potrebbe impedire un altro caso Sircana. In compenso, prevede una catena impressionante di sanzioni intimidatorie ai cronisti: se insistono a pubblicare ciò che sanno, verranno perseguiti dai Tribunali, ma anche dal Garante della privacy (nominato dai partiti) che li condannerà per «illecito per finalità giornalistiche», li metterà alla gogna con sentenze pubblicate sui giornali a loro spese e chiederà all’Ordine di punirli disciplinarmente. Quanto ai cittadini, non saranno più compiutamente informati sugli scandali del Potere: con questa legge, nessuno saprebbe ancora cosa si dicevano il governatore Fazio, i furbetti e i loro compari di destra e di sinistra; né come funzionava Calciopoli; né cos’era diventato il Sismi del generale Pollari; né cosa combinavano Tavaroli & C. Visto che i processi non sono ancora iniziati, Fazio sarebbe ancora alla Banca d’Italia, Pollari al Sismi col contorno di Pompe e Betulle; i furbetti avrebbero sgraffignato le banche; Moggi & C. seguiterebbero a truccare campionati, alla Telecom non sarebbe cambiato nulla. «Oportet ut scandala non eveniant». Questa è l’oscena realtà. Cavalcando l’emozione per la tragedia capitata a un galantuomo come Sircana (strepitosi i lai di Bellachioma, editore del Giornale), una classe politica ricattabile sta cercando di reintrodurre il reato di lesa maestà: limitando le intercettazioni giudiziarie e tagliando le mani ai giornalisti. Così i ricatti proseguiranno, ma dureranno molto di più, perché nessuno potrà più saperne nulla. Avremo una magistratura dimezzata, una stampa imbavagliata e una politica ancor più inquinata - se possibile - di oggi.

Bene, bravi, bis.





Marco Travaglio_ L'Unità

mercoledì 14 marzo 2007

Art Jazz ancora

Art Jazz: musica e pittura



I suoni si fanno colore. La musica prende sostanza.

martedì 13 marzo 2007

10 cose captate alla festa di compleanno di Bin Laden

TOP TEN

La categoria è: "10 cose captate alla festa di compleanno di Bin Laden".

10 - "Chi vuole giocare a 'Attacca il turbante allo sceicco cieco'?"

9 - "Morte a queste candele che continuano a riaccendersi".

8 - "Il mullah Omar è in ritardo, ha scordato di spostare le lancette".

7 - "Per depistare gli americani, abbiamo fatto scrivere sulla torta: 'Buon compleanno Debbie'".

6 - "...perché è un bravo ragazzo, solo gli infedeli lo possono negar".

5 - "Spero che tu non abbia già il DVD di 'Who's the Boss?'".

4 - "Paris Hilton non si tirerà indietro davanti a niente". Eh ?!

3 - "Quando salta fuori la spogliarellista dal falafel?"

2 - "Niente torta per Osama. E' ingrassato, pesa 46 chili”.

E la numero uno è... "Saddam ha mandato un telegramma di auguri dall'inferno".



[fonte: David Letterman Late night show, ma copiato da www.dagospia.it ]

lunedì 12 marzo 2007

Bullismo e tautologie inconcludenti

La redazione di Inchiostro è orgogliosa di pubblicare un articolo di Vincenzo Andraous

Adolescenti come plotoni di esecuzione, pronti a destabilizzare i più deboli, sempre addosso a chi non può reagire.
Bullismo ed eroi di cartone, furbi e codardia sospesa a mezz’aria, una dimensione di imbecillità con la patente a punti di bravi ragazzi, il tutto ben nascosto dalla viltà del gruppo che opprime il singolo.

Se non ricordo male ai miei tempi, esisteva l’esatto contrario del bullismo attuale, infatti il disagio aggrediva il singolo, ponendolo solo contro tutti.
Il solitario scopriva gli strumenti della violenza e della diversità, per diventare protagonista, per apparire, nel tentativo di colmare il vuoto in famiglia, la precarietà finanziaria, la mancanza di riferimenti certi, di valori condivisi.

Quel ragazzo scelse la diversità come propria corazza e propria spada, fino al giorno dell’abbandono della scuola, della famiglia, all’incontro con la strada e con il carcere.
In questo presente c’è una scuola priva di autorevolezza, una scuola e una famiglia prive di allenatori alla vita, perché dispersi dalla delegittimazione.
C’è invece un recinto dove incontrarsi per scontrarsi, in preparazione del botto finale da pagare al destino sempre in agguato.

Le teorie si sprecano nei riguardi della trasgressione, della violenza giovanile, del bullismo, un dispendio inusitato di tautologie inconcludenti, di dottrine pedagogiche che adottano l’eteroeducazione invece di una sana autoeducazione, per cui chi sta in cattedra ritiene di educare solamente gli altri, negando la necessità di doversi formare e rinnovare a un nuovo “sentire educativo “.



C’è un disamore adulto, che permette fughe in avanti a quanti pensano di aggiustare la propria personalità inadeguata, con la prepotenza degli atteggiamenti omertosi, che mettono in “sicurezza “ i pochi “duri” dell’ultimo banco, dietro ai tanti inconsapevoli complici di molteplici vigliaccate.



Ieri il bullo era l’unico diverso, destinato immediatamente al macero, oggi è divenuto eroe manifesto, non tanto per la sua fisicità, soprattutto per la silenziosa maggioranza all’intorno.
E’ un’anomalia istituzionale lo spazio in cui il bullo rimane in piedi eretto come un vessillo, mentre la vittima incassa l’ennesima sconfitta in termini di dignità rapinata e giustizia beffata.
In questo mare apparentemente sommerso di contraddizioni, incontro tanti giovani, e rimango stupito, perché sebbene non riesca a individuare bulli, furbi, né ottusi, questa mimetizzazione mi conferma l’urgenza di raccontare la storia di quel bullo di altri tempi, di quel coetaneo che s’è perduto in tragedie irripetibili, perché viltà non è dignità, e imbecillità non è intelligenza.



Diviene davvero un dovere raccontare di quel confine, sì, sottile, ma irrinunciabile, che separa sempre una legge di sangue da una legge del cuore, oppure di quanto è difficile essere uomini per saper scegliere, per saper credere negli altri, per farsi aiutare a diventare architetti di domani.
Noi continuiamo a parlare di bullismo, mai di professori e genitori in disarmo, perché divenuti autorevoli assolutori, ognuno indaffarato a delineare la soglia minima di attenzione, ciascuno a definire bravate le future scivolate.


Forse per arginare lo scempio, non serve assumere toni salvifici, o quel falso interventismo di un momento, forse per rendere quel ragazzo meno strafottente, occorre trovare il tempo per guardarlo negli occhi, in forza di una autorevolezza riconosciuta, perché guadagnata sul campo, non certamente perché ereditata dalle fatiche e dai sacrifici altrui.





Vincenzo Andraous

sabato 10 marzo 2007

L'Italia nel pallone...da Rugby!

Italia-Galles 23-20



Me lo avessero detto all'inzio del torneo, non ci avrei scommesso una cippa.
Prima la Scozia. Adesso il Galles.
Grazie ragazzi per le emozioni che ci state dando...

giovedì 8 marzo 2007

Talebani e affini


A sinistra, il Mullah Dadullah, nuovo capo dei talebani. Seguirà la linea del Mullah Omar e si ispira alle gesta di Zarqawi.
A Destra, l'arcivescovo Bagnasco, nuovo capo della CEI. Seguirà la linea di Ruini e, se Benedetto XVI chiama, lui risponde.

lunedì 5 marzo 2007

A scanner darkly

Succede spesso (troppo spesso) che gli sceneggiatori delle major di Hollywood in crisi di idee peschino qualche buona storia dall'enorme produzione di Philip K. Dick, il più grande scrittore di fantascienza del secolo scorso (dato di fatto), uno dei migliori scrittori "punto e basta" del secolo scorso (per il sottoscritto, giudizio sul quale sono pronto al più serrato confronto).

Orbene, nel 75% dei casi, i film tratti dai racconti di Dick possono essere raggruppati sotto due enormi categorie:

  1. bei film, ma poco e nulla a che fare con l'originale, soprattutto con l'atmosfera dell'originale cartaceo (vedi "Minority report" di Spielberg con l'ottavo nano Tom Cruise)
  2. cazzate di dimensioni fotoniche, che oltrepassano il ridicolo per finire in un territorio ignoto dello scibile umano, film nel quale l'unico elemento di "fantascienza" è che il regista faccia quel mestiere e non lo spazzino (vedi "Paycheck")

Sfuggono a questa dicotomia alcune perle che, pur adeguando i racconti dai quali traggono spunto al linguaggio cinematografico (come è ovvio e giusto che sia), non perdono l'alone di vera e propria perfezione che Dick sapeva ricreare nella maggior parte dei propri scritti.
Parlo di "Blade runner", di "Atto di forza" (che tutti e dico tutti ricordano solo per la tipa con le 3 tette, ma c'era molto altro da conservare) e... A scanner darkly.

Il film, che al cinema è stato un flop assoluto, è veramente imperdibile per chiunque ami Dick o la fantascienza in generale. Ovvio che, se considerate la trama di "Natale a New York" complessa, meglio che non andiate nemmeno a noleggiare il dvd che rischiate un'emicrania solo con il menù iniziale.

Per gli altri, ovvero quelli non ancora del tutto lobotimizzati, la visione di questo gioiellino sarà un vero e proprio piacere sia per gli occhi (che fotografia!) sia per il cervello (la trama, ma anche i dialoghi, sono ben sopra il limite consentito di finezza sancito da Hollywood negli ultimi anni).

Ultima nota, che dire di più non sarebbe che dannoso e inutile: a produrre il movie sono Sodebergh e Clooney, l'ennesima conferma che il buon vecchio George è veramente uno dei migliori uomini di cinema sulla piazza.

Allarme Checkmessenger.net

Si sa, le bufale di internet sono per lo più endemiche: compaiono, fanno quanti più danni riescono a fare, e poi lentamente si dissolvono, ma non scompaiono mica! Rimangono lì latenti fino a quando, passati pochi anni o addirittura pochi mesi, si ripresentano (tali quali o leggermente modificati) a danno dei navigatori meno corazzati, vuoi per ignoranza, vuoi per mancanza di esperienza.

E' questo il caso di Checkmessenger.net, un servizio gratuito che propone di farvi sapere quali contatti msn vi hanno bloccato. Ora, se io andassi a proporre questo a una persona non eccessivamente dabbene, dicendo "Mi daresti il tuo user e la tua password di msn così ti dico chi ti ha bloccato?", dubito di avere molto successo. In vece, è sufficiente un'interfaccia carina, con stili estremamente “messengerosi”, perchè ci caschi un gran numero di navigatori.

Cosa fa dunque questo sito? Chiede username e password, per poi iniziare a inviare spam a tutti i contatti msn. E probabilmente fa anche qualcos'altro, tenendo conto che dispone, almeno fino a che uno non la cambia, del nome utente e della password. Ebbene, a questo punto è sconcertante il commento di molti utenti gabbati: "E alla fine non funziona nemmeno, non dice neanche chi ti ha bloccato". Come se il furto d'identità virtuale, l'appropriazione degli indirizzi dei propri amici e conoscenti al fine di inviare loro messaggi certamente non desiderati, fosse un prezzo giusto da corrispondere in caso il servizio funzionasse davvero...

Andando oltre il mero problema informatico, ci si potrebbe chiedere perchè funzionano così bene queste truffe: è semplice, perchè vanno ad allettare le parti meno nobili dell'animo umano. La maggior parte ha a che fare con questioni economiche (vedi le sedicenti email dalla Nigeria, dal Congo, dal Sudamerica per portare via dei soldi da un conto morto... alcune delle quali sono delle opere letterarie veramente ammirevoli!), ma questa di Checkmessenger è più sottile, perchè fa leva sulla socialità a volte malata dell'homo sapiens sapiens: che piacere o interesse ci può essere nello scoprire chi ci ha bloccati su msn!

Come, non lo vedete? Quale orgasmo la prossima volta che incontreremo quell’amico di vecchia data, e sorridendo potremo dirgli "Deh! Ma ho scoperto che mi hai bloccato su messenger! Ecco perchè mi eri sparito!" quale tripudio e quale gioia immensa nel vedere la sua faccia per un attimo scomporsi, per poi iniziare un'ardua arrampicata su specchi...

Suvvia, non siamo sempre così morbosi, bloccarsi su msn è un sacrosanto diritto. Ed è altrettanto giusto che questi blocchi rimangano nella sfera della privacy.
Se tutti la pensassero così, Checkmessenger.net non avrebbe vita così facile.

Tommaso Bertolotti

Pacchetto Bersani: aboliti costi ricarica

sabato 3 marzo 2007

Cultura...


Opinioni e opzioni....

giovedì 1 marzo 2007

Condannato a 4 anni Kareem Amer

La notizia è di qualche giorno fa: Abdul Kareem Nabeel Suleiman, (Kareem Amer), il blogger egiziano reo di aver scritto giudizi contro il velo per le donne mussulmane e reo di aver criticato il presidente del suo paese (cosa normalissima in una nazione democratica), è stato condannato a quattro anni di prigione.

Brutta fine, sì. Quattro anni, quattro anni dell'adolescenza, in prigione.
Diventa così, secondo i dati di Reporters sans Frontières, il 60° cyberdissidente. Pensate che 50 sono solo in Cina (ma ben pensandoci, riflettendo sulla popolazione e le condizione della democrazia in quest'ultimo stato, immagino che siano ancora di più).

Egitto e Cina figurano rispettivamente al 133° e al 163° posto dell' Indice della libertà di stampa di RsF. E il problema è che, forse, ai governanti di questi Stati non interessa niente della libertà di stampa e della democrazia...

Primi benefici della Finanziaria...

...sì, per Baudo e la Hunziker!

Intanto, la coordinatrice dei precari calabresi Maria Donati scrive a Padoa-Schioppa: «Con i soldi che lo Stato italiano ha dato alla Hunziker almeno 50 di noi co.co.pro sarebbero stati stabilizzati a vita. Non vogliamo fare moralismi ma riteniamo che sia un vero schiaffo alla miseria». (fonte: Corriere della Sera)

W la RAI, coi capoccioni e gli operai (magari precari pure loro...)

Menti al Lavoro....


Ecco le migliori menti pavesi che preparano il nuovo numero di Inchiostro. E non solo.