sabato 30 giugno 2007

Caso Aldrovandi - gli sviluppi

Dopo il rinvio a giudizio dei quattro poliziotti implicati nell'omicidio del giovane Federico Aldrovandi, nuovi scenari si prospettano: un testimone oculare del fatto ha infatti dichiarato in diretta a "Chi l'ha visto?" di aver assistito al pestaggio.

Alle 5 ero lì, a un quarto alle cinque… ero dentro la macchina, quando è arrivata la polizia. Prima non mi ero accorto di niente. Erano... mah, le 5 e 30 mi pare, quando sono arrivati... s’è sentito discutere, si è sentito dire qualcosa anche un po’ sostenuto... forse era il ragazzo che diceva qualcosa contro di loro: sentivo lui che diceva “basta”... hanno cominciato a litigare, non so... dopo io non sono stato lì molto, ho visto quando han cominciato a picchiare... insomma, quando han cominciato a dargli delle botte, gliene davano tante: mamma mia!... Poco dopo si è mossa della gente alla finestra, lassù, mi sembra… che abbiano aperte delle finestre! Insomma: ha preso tante di quelle botte, quel po’ che son stato lì, picchiavano... ma picchiavano… io ho guardato un po’ spiando, perché dopo… io sono andato via”.

Leggi il post sul blog federicoaldrovandi.blog.kataweb.it

giovedì 28 giugno 2007

La Satira in Italia



Straordinaria la prima pagina di libero di oggi:
"Che gran paraculo", titola il quotidiano di Vittorio Feltri un articolo dello spione Renato "Betulla" Farina dedicato al discorso di Walter Veltroni.
Notevole l'utilizzo di una frase così espressiva e dal vocabolario vivace.


Ricorda tanto qualcosa di già visto, con la differenza che l'altro era un giornale satirico e lo era in maniera palese, Cuore.
Marco Travaglio scriveva a questo proposito:
"A dieci anni dalla chiusura di Cuore, c’è ancora qualcuno che si domanda perché non ci sia più spazio, in Italia, per un giornale satirico. Ma, dico io, l’hanno mai letto Libero? Che cosa potrebbe inventarsi di più divertente un foglio di satira? [...] Ora, che cos’è satira se non ribaltare la realtà per sottolinearla meglio? Feltri - anche se non lo sa - fa satira pura".

domenica 24 giugno 2007

L'indulto? Ecco il vero motivo...

Il mondo intero crede che l'indulto sia stato pensato da Mastella (e appoggiato da tutto il centro sinistra) per permettere a Previti di uscire. Non è così. Lo scopo di questa "fuga dalle carceri" senza precedenti è molto più nobile di quello che pensiamo: combattere la mafia. Come? Inserendo nell'equilibrio della vita siciliana una miriade di scavezzacollo ai quali poco importa delle "regole" non scritte della delinquenza. Insomma, se il boss è in prigione, perché non posso prendere io il suo posto nella sua zona? Oppure, se la Farmacia di turno paga il pizzo al mafioso di turno, perché io non posso derubarla? Mica l'ha pagato a me il pizzo.

Questo resoconto, che sembra provenire direttamente dal "teatro dell'assurdo", in realtà è la situazione attuale di alcune zone della Sicilia. Proporrei una raccolta firme per difendere i poveri boss mafiosi che per la prima volta hanno provato sulla loro pelle le dure leggi della concorrenza...

http://www.repubblica.it/2007/06/sezioni/cronaca/arresti-mafia/indulto-no/indulto-no.html

sabato 23 giugno 2007

LA SCUOLA DELLA LINEA MAGINOT A DIGA DEL BULLISMO

Inblostro, il blog di Inchiostro è lieto di pubblicare un articolo di Vincenzo Andraous

La scuola chiude i battenti anche per quest’anno, e ancora una volta nelle classi gremite di alunni di oggi e professionisti di domani, ho avuto modo di incontrare vittime e carnefici, in quel bullismo endemico all’istituzione scolastica come alla collettività all’intorno.
Mi sono confrontato con la prima linea professorale, cosiddetta Maginot, per professionalità, e esperienza educativa, ma anche con quell’altra della retrovia, e ho incontrato quella genitorialità che non ammette sentenze di appello, quando si tratta dei figli altrui.
Il fenomeno del bullismo è un problema relazionale, che attraversa le nostre famiglie, scuole, città, strade, a causa delle nostre ripetute e reiterate mancanze e inefficienze, e nessuno può sentirsi autorizzato a non farci i conti.

Per tentare di arginare questo cratere di diseducazione virulenta, è necessario non fare spallucce alle nostre lentezze, e soprattutto alle nostre belle certezze, che non ci consentono di conoscere fino in fondo i dubbi che delimitano aree problematiche di così grande spessore e pericolo per un futuro a misura di uomo. E’ l’esperienza a darmi man forte, è la somma degli errori a rendere obbligante un intervento che non può essere procrastinato, tanto meno amputato nella sua incisività da forme di rigetto baronali o peggio padronali, in ambiti che sono demarcati da confini, sì, sottili, ma diventati frontiere da percorrere in lungo e in largo per conoscerne le reali misure di contenimento.
Indipendentemente da chi farà un passo indietro per porsi dove c’è l’intera panoramica da indagare, è in quest’ottica che dovranno essere presenti quattro poli convergenti: genitori, insegnanti, studenti, territorio, per comunicare tra loro e trasmettere informazioni, movendo una sinergia non di facciata, ma realmente improntata al raggiungimento di obiettivi comuni.
La scuola è di tutti, soprattutto è comunità e condivisione, allora ciascuno abbia il coraggio di mettersi nei panni dell’altro, e una volta tanto, lo faccia con voce liberante, obbligando la scuola, e così se stessi, dalle gabbie di partenza, quelle recintate con il filo spinato delle deleghe inospitali.

Occorre sfuggire a quegli atteggiamenti ottusi, in cui è difficile affrontare con un minimo di onestà e umiltà il dibattito per arginare il fenomeno del bullismo, e in cui si preferisce rifugiarsi in fuorigioco, creando una disattenzione che autorizza l’accantonamento del rispetto delle regole, premiando i soliti furbetti dallo spinello facile. Occorre sul serio prendere in esame iniziative volte a indagare non più e non solo il mondo degli adolescenti, ma quello adulto, e non solo a scuola.

E’ necessario approntare servizi di consulto nell’istituzione scolastica, affinché chi è deputato a leggere oltre che a scrivere un voto, possa ritrovare equilibrio e serenità per riconquistare rigore e autorevolezza, rientrando a pieno titolo nel gioco delle relazioni. Forse è anche il caso di spiegare a chi genitore lo è, sulla carta, che lo è pure sulla linea mediana della tutela, e che solamente insieme si fa promozione, e prevenzione, sviluppando capacità di partecipazione per progettare interventi rivolti ai ragazzi, azioni di sostegno e accompagnamento urgenti in attesa dell’incontro con il proprio futuro.

Vincenzo Andraous

Fedelmente




E poi si lamentano del calo di fedeli...

venerdì 22 giugno 2007

Unione, sopratutto.

La Stampa intervista il Ministro Ferrero, che ricorda a Padoa Schioppa che l'abolizione dello scalone è “scritta nel programma.”
Intervistato dal Messaggero Lamberto Dini dice: “non voterò una riforma che aumenti la spesa. ''Fra i dieci punti di Prodi l'abolizione dello scalone non c'era."

Unione: nomen omen.


giovedì 21 giugno 2007

Se potessi avere mille euro al mese

Se potessi avere 1000 Euro al mese... Può essere un sogno? Per molti è oggi così, ad esempio i dottorandi di ricerca italiani, cioè coloro che si preparano a diventare gli artefici dell'innovazione, del progresso, della trasformazione di una società. Questi giovani ricercatori, se sono fortunati, ricevono oggi in Italia circa 820 euro al mese, una cifra che non ha paralleli all'estero e incoraggia la fuga dei cervelli; se non lo sono, come in moltissimi casi, si vedono proporre l'attività a titolo gratuito, consentita dalla legge. Tutto ciò, nel periodo in cui spesso si affrontano importanti scelte per la propria vita.

Questo è il rilievo che l'Italia riconosce alla ricerca e chi si avvia a farne la propria professione. Parallelamente, l'Italia è uno dei paesi con il più basso interesse delle imprese private a sviluppare ricerca e interagire con le università. C'è uno stretto legame fra questi problemi.





Vogliamo che tutti i dottorati di ricerca siano coperti da borse, finanziate da università, enti di ricerca, fondazioni, pubbliche amministrazioni, o attraverso il coinvolgimento di imprese, con collaborazioni che sono comuni all'estero, e che da noi non si diffonderanno mai finchè gli atenei avranno la possibilità di sfruttare gratuitamente i giovani ricercatori in formazione. Oltre ad essere particolarmente iniqua, questa possibilità è peraltro deleteria per la qualità dei dottori di ricerca, poiché da un ricercatore che non è pagato non si può esigere quell'impegno e quella dedizione sistematica che deve invece caratterizzare sempre la formazione alla ricerca e che va verificata e pretesa da ogni scuola di dottorato.

Con questa petizione, chiediamo l'elevazione del limite minimo della borsa di dottorato fino a raggiungere almeno i 1000 euro mensili, nonché l'obbligatorietà dell'erogazione della borsa per tutti i posti di dottoratodi ricerca. Crediamo che questa richiesta vada nella direzione di una maggiore efficienza del sistema di ricerca italiano, che agevoli l'interazione fra università e imprese, che porti ad elevare la qualità delle scuole di dottorato, che stimoli i giovani migliori ad avvicinarsi a questa professione, arginando la continua fuga di cervelli all'estero.

Invitiamo quindi tutti i cittadini italiani che hanno a cuore questi valori a sottoscrivere questo appello.

Associazione dottorandi e Dottori di Ricerca Italiani

mercoledì 20 giugno 2007

Il calcio degli onesti

Plusvalenze: Inter 05/06 senza requisiti

Per la Covisoc "Se la società avesse evidenziato le perdite connesse alle plusvalenze fittizie l'equilibrio finanziario sarebbe saltato e l'Inter non avrebbe superato i parametri richiesti per l'iscrizione al campionato 2005-2006". È quanto afferma la Commissione per la vigilanza sulle società calcistiche, nella relazione consegnata al pm Carlo Nocerino nell'ambito dell'indagine sul falso in bilancio che coinvolge Inter e Milan, indagine in prossimità di chiusura.
Nell'indagine sono iscritti nel registro degli indagati il presidente dell'Inter Massimo Moratti, il vicepresidente Rinaldo Ghelfi, l'ex dirigente Mauro Gambaro, e l'amministratore delegato e vicepresidente vicario del Milan Adriano Galliani. I fatti risalgono al periodo tra il 2003 e il 2005 e sono relativi a scambi di calciatori non di prima fila tra Milan e Inter, il cui valore sarebbe stato gonfiato per ottenere delle plusvalenze.
L'inchiesta era nata da un esposto presentato dall'ex presidente del Bologna, Giuseppe Gazzoni Frascara, alla magistratura di Roma e poi trasmesso alla Procura di Milano per quanto riguarda Milan e Inter. L’avviso di chiusura delle indagini significa che entro 20 giorni il pm ha intenzione di chiedere il processo per i 4 indagati di falso in bilancio.
E adesso....

martedì 19 giugno 2007

Federico Aldrovandi: parlano i genitori

Dal blog di Beppe Grillo, un'intervista ai genitori di Federico Aldrovandi, il giovane ferrarese ucciso dalla Polizia a Ferrara.
Da ascoltare, per riflettere.

L'imprevidenza

L'imprevidenza

TITO BOERI
Fra due settimane scade il semestre entro cui undici milioni di italiani possono decidere cosa fare di quel 6,91 per cento del loro salario che viene oggi versato all’azienda presso cui lavorano, come accantonamento per la liquidazione. Non si hanno dati precisi su quanti lavoratori abbiano sin qui comunicato una loro scelta. Ma tutte le rilevazioni disponibili convergono nell’indicare che sono davvero pochi coloro che hanno esercitato questo loro diritto. Tra questi pochi, prevale chi ha optato per tenere il Tfr in azienda, soprattutto nelle imprese più piccole (dove quattro lavoratori su cinque paiono orientati a continuare a versare il Tfr al proprio datore di lavoro).

Chi non decide entro il 30 giugno vedrà il proprio Tfr trasferito a fondi con garanzia del capitale versato, che storicamente hanno offerto rendimenti inferiori al Tfr, e non potrà beneficiare del contributo del datore di lavoro previsto da molti contratti. Chi lo lascia in azienda perde l’occasione di costruirsi una previdenza integrativa con cui rimpinguare le inevitabilmente sempre più magre pensioni pubbliche. Il fatto che ciò stia avvenendo nelle piccole imprese preoccupa perché è lì che oggi trovano un impiego i lavoratori più giovani, quelli che hanno maggiormente bisogno della previdenza integrativa. Quanto costa per loro lasciare il Tfr in azienda? Per le leggi della capitalizzazione composta, anche piccole differenze nei rendimenti dei fondi pensione rispetto al Tfr comportano grandi variazioni nella ricchezza accumulata nell’arco della vita lavorativa. Ad esempio, un fondo che rendesse mediamente anche solo lo 0,4 per cento in più del Tfr, ai salari medi attuali, porterebbe a mettere da parte 20 mila euro in più della liquidazione in 38 anni di lavoro. Considerando i dati storici sul rendimento del Tfr e dei fondi pensione, la differenza diventa abissale: la liquidazione è inferiore ai 90 mila euro contro i 150 mila euro che si potrebbero ottenere affidando i propri soldi a un fondo pensione collettivo. Vero che il Tfr offre un rendimento certo, al contrario dei fondi pensione. Ma mentre i fondi pensione hanno una volatilità ridotta quando il loro rendimento viene valutato nell’arco di decenni, il Tfr lasciato in azienda è solo in parte coperto contro il rischio che l’azienda fallisca, un rischio più forte nelle imprese più piccole e crescente nella durata dell’investimento. Quindi per i giovani lavoratori la scelta di lasciare il Tfr in azienda è costosa e rischiosa al tempo stesso. Perché lo fanno allora? Presumibilmente perché non sono adeguatamente informati, oppure perché è il loro datore di lavoro a ricattarli (più o meno esplicitamente) mentre non c’è un sindacato in azienda in grado di difenderli e di coordinarne le loro scelte. Quando solo alcuni lavoratori in un’azienda decidono di destinare il Tfr ai fondi pensione mentre gli altri lo tengono in azienda, sui primi si concentra il rischio di perdere il lavoro: da quel momento in poi al datore di lavoro costerà meno licenziare i lavoratori che versano il Tfr ai fondi pensione rispetto a quelli che lo hanno lasciato in azienda. Sia la disinformazione che il mancato coordinamento dei lavoratori riflettono evidenti limiti nell’azione del sindacato.

La sconfitta è del sindacato prima ancora che dei lavoratori. Si preannuncia così all’orizzonte una grave perdita in conto capitale per i lavoratori e una sconfitta per il sindacato. Ma nessun campanello d’allarme viene lanciato da Cgil, Cisl e Uil. Nelle loro frequenti dichiarazioni e interviste sui giornali e in tv, i leader della triade parlano di tutto, proprio di tutto, tranne che del Tfr e non sono pochi coloro, soprattutto tra le fila della Cgil che, neanche troppo velatamente, gioiscono per il mancato decollo della previdenza integrativa
. Del resto, il presidente della Covip dichiara di contare sul silenzio-assenso e tra le fila dello stesso esecutivo vi è chi, come il ministro Paolo Ferrero, auspica proprio che i lavoratori lascino il Tfr in azienda.

Il ministero di Ferrero in questi giorni ha maldestramente censurato un rapporto Ocse, ritenuto reo di descrivere uno scenario di forte riduzione della generosità delle pensioni pubbliche troppo ottimistico. Questo significa che Ferrero è consapevole del fatto che i giovani avranno pensioni molto più basse, in rapporto al loro salario, dei loro genitori. Tuttavia assiste con malcelata soddisfazione alla riduzione della ricchezza di milioni di lavoratori pur di contenere lo sviluppo dei mercati finanziari.
Eppure i fondi pensione ammessi dalla normativa italiana hanno ben poco a che vedere con le «locuste del private equity» di cui il sindacato, non solo in Italia, ha timore. Questi fondi possono promuovere cicli virtuosi di crescita, anche occupazionale, delle imprese: in Europa le imprese in forte crescita attraggono i fondi pensione e il capitale di rischio fornito dai fondi permette alle imprese di crescere. Inoltre lo sviluppo di investitori istituzionali come i fondi pensione, che per definizione non possono che rappresentare le minoranze, serve a rendere più trasparenti i mercati finanziari, a combattere le scatole cinesi e a impedire che chi ha il controllo delle imprese eserciti questo potere contro gli interessi degli altri azionisti e degli stessi lavoratori.

Prima o poi, i lavoratori si renderanno conto di quanto sia costoso per le loro tasche il rifiuto aprioristico, ideologico, dei fondi pensione da parte di chi dovrebbe rappresentare i loro interessi. Ma rischiano di maturare questa consapevolezza molto tardi.
Avremo così perso molte occasioni per salvaguardare i redditi dei futuri pensionati e per tutelare gli interessi di molti piccoli azionisti.

lunedì 18 giugno 2007

La Corale Valla al Milano Gospel Festival

Domenica 24 giugno la Corale Universitaria “Lorenzo Valla” di Pavia prenderà parte al “Milano Gospel Festival”, il grande concerto di beneficenza organizzato dai salesiani Don Bosco, unitamente al gruppo Milano Gospel.
La rassegna, giunta alla sesta edizione, vedrà esibirsi sul palco Junior Robinson da Londra, Sean Simmonds dalla Georgia, Angela Baggi e UGP Gospel Choir, Gianni e Marcella Bella, Anno Domini, Mario Rosini, Wanted Chorus e Lift Your Voice. La Corale Valla si esibirà, insieme agli UGP, accompagnata dalla Tequila Band e diretta da Francesco Mocchi, performando tre brani gospel con tre differenti soliste di eccezione: Luisa Corna, Sara Corna e Angela Baggi.
L’evento, che si svolgerà al Palasesto di Sesto San Giovanni (Mi) verrà trasmesso in mondovisione in diretta dall’emittente Telepace, a partire dalle 20:30 di domenica 24 giugno.

domenica 17 giugno 2007

Inchiostro alla notte bianca

Sogno di una Notte di Mezz'estate
On Stage! 9 Giugno 2007
- Notte Bianca a Pavia -

La sala è gremita, nella cornice del palazzo del comune (anche noto come Municipio) si raccoglie la gente pavese, per assistere (e partecipare) al sogno di una notte di Mezz'estate di questa notte bianca pavese.


Luca Giuliano, il nostro direttore, ci introduce al gioco e all'antica Grecia, ove si narrerà la storia, che nessuno ancora conosce, e che chissà i quale improbabile finale andrà a incagliarsi.


Tutto ebbe inizio alla corte d'Atene, laddove, sotto lo sguardo della regina Ippolita, del Duca d'Atene e di Filostrato venivano condotti, dal padre di lei: Egeo gli innamorati Lisandro ed Ermia, la quale, però era stata promessa sposa a Demetrio...
E da qua tutto prende vita il nostro sogno di mezz'estate...






















Così i due pianificano una fuga d'amore, proprio nel bosco in cui tre attori dilettanti, Zeppa, Cannello e Sparuto si sono recati per provare il loro spettacolo (La morte dei tre cigni...)

Ma in quel boschetto qualcuno stava preparando loro una sorpresa, certo inattesa...














Perché Puck il folletto stava preparando uno dei suoi scherzi... Cheppoi di mezzo ci vadano gli uomini, che importerà ad un folletto che si vuol divertire?




Elena però, viene a sapere della fuga dei due e così decide di seguirli, nel bosco incantato assieme a Demetrio, il suo innamorato. (Notate l'espressione tipica di chi ha appena scoperto di poter conquistare il proprio amato)

Immancabilmente i nostri incontrano il folletto Puck, e da lui si fanno dare, le pozioni, anzi i filtri d'amore... chissà per quali loschi fini verranno mai usati!
(da notare, finalmente, anche Demetrio, invero sullo sfondo)


I colpi di scena si sussegguono mentre il pubblico, con sottile ironia (e divertimento) decide le sorti dei nostri eroi dell'antica grecia ed è così che...

Il nostro Demetrio cade combattendo con Lisandro, il quale lo ferisce, non a morte ma quasi. (Si direbbe esserci gioia nella sua soffrenza, ma chi siamo noi per giudicare?)

Ma è un uomo o un tiglio questo?!
O forse c'é chi si nasconde nella foresta, tramite abili sotterfugi, si mimetizza con gli alberi del bosco...
Ma non tutti riescono a sfuggire ai follettini...

E così alla Corte Fatata si preparano strani eventi, ed è così che il povero Cannello viene portato da Puck, al cospetto di Oberon (che niente meno che il Re dei folletti) che gli trasforma la sua testa in una testa d'asino! (ma non sono di coniglio quelle orecchie?!)
E tutto per far innamorare, con un filtro magico, Titania, la regina delle fate, dell'aspirante attore inasinato...



E intanto?! Il povero Lisandro viene lasciato da Ermia... mentre il nostro Sparuto s'é sbronzato e tenerlo in riga pare ardua impresa! Gioie e dolori, intrecci ed emozioni in un bosco che come mai è ora animato!


Voi avete capito qualcosa di questa storia?! Beh, sono sicuro che questa immagine vi chiarirà tutto... e il nostro prode Oberon sistemerà ogni situazione facendo tornare tutti felici e contenti...
(o quasi! Ihhh.... Oh!! e Cra cra ringraziano!)

Se qualcosa v'é sfuggito è perché non c'eravate, e sono sicuro che sentir di storie di mezz'estate così raccontate non avrete più intenzione, per cui mi raccomando, ora, prima della conclusione. La prossima volta, se non v'eravate,
venite con noi a sognare un Sogno di una notte Bianca di Mezz'estate!




Prima di salutarvi vi lascio nelle mani di Oberon, certo che lui, sistemerà ogni cosa, forse con un tocco di magia oppure con semplice fantasia...

Tutte le foto sono state fatte da Marco Chemollo
se lo volete contattare scrivete a info(at)obbiettivonatura.it

post a cura di Paolo Longoni http://radiocane.blogspot.com/

Pensieri



Questo secolo oramai alla fine saturo di parassiti senza dignità
mi spinge solo ad essere migliore con più volontà.

venerdì 15 giugno 2007

richiesta di annullamento dell'iter progettuale dell'autostrada Broni-Mortara

In occasione dell'incontro pubblico con Luca Mercalli e Giorgio Boatti che avrà luogo Sabato 16 p.v. alle ore 21.00 presso la sala teatro comunale di Bressana Bottarone (Piazza Marconi) verrà presentata e avviata la nuova iniziativa promossa dal Coordinamento dei Comitati e delle Associazioni che si oppongono al progetto dell'autostrada regionale Broni-Mortara: la richiesta di annullamento dell'iter progettuale. La facoltà di chiedere l'annullamento di un atto amministrativo è prevista dalla Legge 311/2004 e dalla legge 15/2005. La richiesta sarà sottoscritta dalle Associazioni e da tutti i cittadini che vorranno aderire alla iniziativa.

Alla base della richiesta sono le seguenti motivazioni:
- il percorso decisionale del progetto è stato portato avanti con scarsa partecipazione e trasparenza e la documentazione relativa al progetto non è stata di facile e completa accessibilità;
- l'opera è destinata a produrre un notevole impatto ambientale, soprattutto in termini di incremento dell'inquinamento atmosferico.

Inoltre comporterà un degrado paesaggistico-ambientale a causa di opere come il viadotto di San Martino (18 metri di altezza), il megasvincolo di Pavia sud e per il fatto che scorrerà per l'intero percorso a 2,5 metri da terra in rilevato. Ciò è aggravato dal fatto che l'autostrada corre per 15 km nel Parco del Ticino, patrimonio mondiale dell'UNESCO, taglia in due 4 SIC, 3 ZPS, 4 riserve regionali, tre garzaie e pregiudica la pratica dell'agricoltura di qualità in una larga fetta di territorio.

- L'ordine del giorno votato in occasione della sessione conclusiva della Conferenza dei Servizi, dai Comuni e dalla Provincia all'unanimità, prevedeva:
"che la predisposizione del progetto definitivo debba essere subordinata:

all'esito positivo della Valutazione Ambientale Strategica (VAS), che stimi la sostenibilità dell'insieme dei progetti alla luce del carico ambientale già presente;……..",

Si auspicava anche "che le fasi di lavoro successive, anche in ragione della delicatezza dei territori attraversati e della sensibilità sociale espressa, siano improntate ad un confronto ampio e partecipato, che consenta di integrare e correggere ulteriormente il progetto, recependo indicazioni e suggerimenti provenienti da Istituzioni, attori e comunità locali." ;

Nulla di quanto sopra previsto è stato ancora attuato, o reso pubblico.

Sulla base di queste motivazioni il testo che sarà sottoposto ai cittadini chiederà quindi alla Regione Lombardia:
- di annullare d'ufficio gli atti, relativi al progetto di autostrada Broni-Mortara, fin qui emanati;
- di bloccare la procedura di aggiudicazione della concessione di costruzione e gestione dell'autostrada regionale.

Coordinamento dei Comitati contro l'autostrada Broni-Mortara - Italia Nostra - Legambiente - WWF Oltrepò - Associazione "La Rondine"- Comitato agricoltori per la tutela del territorio

V-Day is coming



Il blog di Beppe Grillo ha lanciato per il prossimo 8 settembre il V-Day. Forse si dovrebbe fare prima? O non fare?

domenica 10 giugno 2007

Mazen Kerbaj continua a disegnare


Mazen Kerbaj è un giovane vignettista e musicista di Beyrut. Chi, insieme a me, è stato al Festival del Giornalista di Perugia, potrebbe ricordarsi di lui.
Sul suo blog pubblica i suoi disegni e le sue vignette cubiste e, in certi brutti periodi della storia contemporanea moderna libanese, dà dei significativi spaccati della vita dei libanesi.

Se avete qualche minuto, passate sul suo blog a dare un'occhiata...

Pessimismo e fastidio

So che è troppo facile parlare male della classe politica, italiana o estera, di destra o di sinistra; ma mi fa schifo, e questa volta ha toccato uno dei suoi momenti più bassi. Gustavo Selva, senatore di Alleanza Nazionale, ieri ha finto di avere un malore per farsi accompagnare in Ambulanza negli studi di La7. Evidentemente soddisfatto dell'episodio di cui è stato sceneggiatore e protagonista, ha raccontato tutto durante la trasmissione, sghignazzando di gusto. Anzi, si è lamentato del ritardo di 35 minuti con il quale l'ambulanza sarebbe arrivata a prenderlo. Hai ragione, caro Gustavo, è proprio una vergogna.

Dramma Sociale



E adesso? Contributi alla fiorente industria del porno?

sabato 9 giugno 2007

La vergogna del sangue

Inblostro, il blog di Inchiostro è lieto di pubblicare un post di Vincenzo Andraous

E’ incredibile come il passato ricomponga la sua trama sulle macerie del presente, rivestito di disattenzioni e disamore per la verità.
La televisione ed i quotidiani ci mostrano cortei a favore della liberazione della Lioce, dei brigatisti in carcere, di quanti sono sottoposti al 41 bis, al carcere duro.
La città dell’Aquila è attraversata dai vecchi e usuranti slogan, Bologna è rapinata della propria dignità, nelle scritte sul muro dell’abitazione del Prof. Biagi, ulteriore umiliazione a un morto che non può più difendersi.

Ma di quali simpatie pseudo brigatiste si tratta; quelle di oggi, quelle che imperversavano nelle piazze ieri? Di quali uomini in armi e incappucciati in piazza dobbiamo avere timore, se questo velleitarismo è ormai sconosciuto persino ai più vecchi e incalliti degli utopisti o rivoluzionari che dir si voglia.In queste camminate autocelebranti per la città, in queste scritte ordinatamente scomposte, qualcuno può pensare che ci sia una reinterpretazione a misura del nostro tempo?Mentre osservavo i volti dei contestatari, la mia esperienza spingeva la mente a misurare l’ingiustizia della spersonalizzazione, della eccessiva durezza dell’isolamento in un carcere, misure di contenimento legittime, ma che sospingono le persone a suicidarsi nella più colpevole indifferenza.

Una riflessione, un dissenso, non possono però essere ghermiti come clava, per favorire speculazioni ideologiche elaborate in troppi sepolcri imbiancati. Gli anni di piombo sono trascorsi, trapassati, non esiste il pericolo di contaminazione popolare, perché un’intera generazione è stata annientata, e quei ragazzi in corteo, gli altri che hanno imbrattato la memoria di un morto, non possono pensare di plagiare le coscienze attraverso vecchie e nuove istanze di terrore e sofferenza.Un grande scrittore contemporaneo ha decodificato questa irresponsabilità come “ la vergogna del sangue”. Dal canto mio, mi permetto di affermare che la memoria è nostra compagna di viaggio, mentre ci accorgiamo che non c’è una sola classe di studenti, una catena di montaggio di operai, un nucleo famigliare, un solo Dio eretto a delirio di potenza, ad affiancare questa disturbante rappresentazione.

Lo sparuto gruppo all’Aquila, gli altri con lo spray a Bologna, quanti con l’arroganza della violenza fuggono dalla vita propria e peggio, altrui, rischiano di rimanere al palo ad aspettare un tram che difficilmente si fermerà a raccogliere i ritardatari, quanti, nel frattempo saranno diventati replicanti di se stessi, ma che nessuno vorrà rivedere.

giovedì 7 giugno 2007

i ricosti di ricarica

Inchiostro, il giornale che non vi fa mancare nulla (nemmeno la carta) si occupò anche della famosa-annosa-dannosa questione dei costi di ricarica. Ricordate? Ovviamente no. Nessun problema. (Ri)Partiamo dal principio: ecco il nostro "clamoroso" pezzo.

E' trascorso un periodo di tempo sufficiente a caperie come sono andate le cose.

Andrea d'Ambra, il promotore si è candidato al CNSU per AU nel centro sud italia. Qui la notizia. Ha fondato e presiede un' associazione a difesa del cittadino.

Il Governo si è fatto "bello" abolendo i costi di ricarica. Plausi e Giubilo.

E le povere compagnie? Come qualcuno aveva pronosticato rivedono le tariffe: esempio.

La morale è sempre quella...

mercoledì 6 giugno 2007

Camera approva moratoria sull'acqua




Inchiostro, il giornale degli studenti dell'Università di Pavia, ha trattato il problema della privatizzazione dell'acqua sul numero 70 del marzo 2007. L'articolo è leggibile qui.

Le cose da allora sono andate avanti, e positivamente. Infatti la Camera dei Deputati ha approvato una moratoria sulla privatizzazione dell'acqua. Si tratta di un emendamento al disegno di legge Bersani sui processi di privatizzazione, il quale prevede che fino all'approvazione di una nuova normativa relativa alla gestione del servizio idrico integrato, in attuazione dei decreti correttivi del decreto ambientale, siano sospesi tutti gli affidamenti a soggetti privati, compresi quelli attualmente in corso. Con questo provvedimento, che dovrà ora essere approvato anche dal Senato, sono sconfitte tutte le accelerazioni verso la privatizzazione dell'acqua che a livello regionale e locale erano state portate avanti dalle lobbies del capitale finanziario.

L'approvazione della moratoria recepisce, secondo il Forum dei Movimenti per l'Acqua, le ragioni del movimento che dal gennaio scorso ha iniziato una campagna di raccolta firme – che conta ad oggi oltre 300.000 sottoscrizioni – per chiedere che l'intero ciclo dell'acqua sia tolto dal mercato e restituito, come bene comune e risorsa da conservare, allo spazio pubblico e alle comunità locali.

martedì 5 giugno 2007

Parliamo serialmente: "Numb3rs"

Contrariamente a quello che si potrebbe pensare, il fatto che una rete pubblica (= finanziata dal canone) sia completamente allo sbando e senza la minima traccia di una politica editoriale degna di questo nome può anche avere dei risvolti positivi.

Sembra incredibile, ma è così.

Sto parlando della RaiDue diretta da Marano Antonio, logicamente nominato non in quanto bravo ma perché amico di Bossi & co., un dirigente sotto la cui direzione la rete che un tempo fu di Minoli e Freccero ha raggiunto auditel da prefisso telefonico, fatto salvo per l’eccezione incarnata da “L’isola dei famosi” (non che ci sia da vantarsi per questo risultato, sia chiaro…).
Ebbene, quello che potrebbe essere considerata – televisivamente parlando – una vera e propria sciagura, ha in sé un germe di speranza: infatti, non sapendo dove andare a parare per riempire i palinsesti tra un’edizione e l’altra de “L’isola della Ventura”, a RaiDue si è ben pensato di parare sui serial televisivi americani di qualità.
Ora, il fatto che questa sia una mera situazione di comodo e non una mirata strategia per portare in Italia quella che (a detta di tutti) è la forma di narrazione più congeniale sia ai tempi che ai nuovi media, è confermato dal fatto che la programmazione degli episodi è sviluppata senza alcuna logica e con la spiacevole sensazione (palese, per chiunque abbia un grado zero di conoscenza televisiva) che loro stessi non credono in quello che trasmettono: ciò confermerebbe la messa in onda a dir poco schizofrenica di veri successi quali “Disperate Housewife” o “Lost”. Devono aver pensato: se il campionato di calcio è andato in vacca per aver tolto un appuntamento fisso e certo come era la partita della domenica pomeriggio, perché non provare anche con i telefilm?

Ora, premesso questo, capita che su RaiDue finiscano dei veri e propri gioiellini di serialità, gioiellini che, fino a poco tempo fa, nella migliore delle ipotesi sarebbe stati trasmessi a notte fonda ma che, visto il deserto in cui si trovano, godono dell’onore della prima serata.
Numb3rs”, andato in onda domenica sera (sono repliche: le puntate nuove iniziano dal 10 giugno).
La serie, incentrata sulla collaborazione tra un brillante matematico e il fratello, agente dell’FBI, è veramente uno spettacolo, sia per gli occhi (ottimi effetti visivi), sia per la mente (la risoluzione del caso, basata sull’incrocio tra tecniche investigative “classiche” e matematica, non è mai banale): non eccellente con “Criminal minds”, ma poco ci manca.
Graditissimo ritorno di Peter Mac Nicol, già “cult” in Ally Mac Beal, qui nelle vesti di un fisico fallito esperto di videogame amico/mentore del matematico/detective.

La dura legge della natura



Dopo una giornata del genere non so voi ma a me Darwin inizierebbe a starmi un pochino sulle balle.

lunedì 4 giugno 2007

Eminem: the power of the rap

Il rapper più graffiante d'America ha inciso una canzone in italiano per omaggiare i suoi numerosi fan presenti nella penisola.
In esclusiva, il blog di Inchiostro è lieto di offrirvelo in anteprima!

sabato 2 giugno 2007

Stefano Allievi e la liberta' d’espressione

L'italia non finirà mai di stupirmi, ovviamente in negativo. Mentre Santoro inscena il suo pessimo e costoso teatrino (aiutato in questo dal becerume dilagante a destra) altre notizie ben più importanti e altri fatti passano sotto silenzio.

Stefano Allievi, professore di sociologia, studioso ed esperto di islam, è stato condannato per diffamazione aggravata a mezzo stampa (sei mesi, oltre a una pena pecuniaria di tremila euro) su querela di Adel Smith, controverso esponente islamico, noto per le sue opinioni radicali (notissima la sua polemica contro il crocefisso), in seguito alle opinioni espresse su Smith all’interno del libro Islam italiano (Einaudi). La condanna è tanto più sorprendente se si pensa alla biografia del professor Allievi, che più volte si è speso nel voler garantire libertà di parola e di espressione proprio ai musulmani, alla cui conoscenza e comprensione ha dedicato oltre quindici anni di studi.

Riporto una lettera aperta del Professor Stefano Allievi.

Cari amici e care amiche,
coloro che sanno già della vicenda in cui sono coinvolto, troveranno ulteriori informazioni nel sito http://213.215.194.151/petition_allievi (un link è reperibile anche nella home page del Dipartimento di Sociologia dell’Università di Padova: www.sociologia.unipd.it ) con la possibilità di fare qualcosa di molto concreto per aiutarmi. Coloro che ancora non lo sanno, troveranno nello stesso sito le informazioni del caso. Riporto qui comunque, per comodità, alcune informazioni. Sono stato condannato per diffamazione aggravata a mezzo stampa (sei mesi, oltre a una pena pecuniaria di tremila euro), su querela di Adel Smith. Chi lo conosce, sa già di chi parlo. Chi ancora non lo conosce, è sufficiente che digiti il suo nome e cognome su Google, e troverà le informazioni del caso, nonché prese di posizione molto più dure delle mie, in materia.

Considero questa sentenza come diffamatoria della mia intera attività di studioso, sempre attento a cercare di capire la realtà islamica in Italia e in Europa. Ma essa è anche più grave in termini di principio: vengo condannato per delle opinioni, espresse all'interno di un libro serio, pubblicato da un editore serio, che seriamente cerca di descrivere il mondo islamico italiano, all'interno di una attività di oltre tre lustri dedicata allo stesso tema e con il medesimo impegno. Credo si tratti di un precedente gravissimo proprio sul piano dei principi, che mette in causa la libertà di ricerca accademica e di manifestazione delle proprie opinioni, incluso il diritto di critica, e si configura come un pesante atto di censura, anche preventiva, per coloro che ancora vorranno occuparsi liberamente di questi temi, di cui già oggi è così difficile trattare serenamente. Naturalmente, d'accordo con i miei avvocati e con l'editore, ricorrerò in appello, per una sentenza di cui attendo con ansia di leggere le motivazioni, per conoscere le quali dovrò purtroppo attendere i canonici tempi burocratici. E l'indulto approvato nel frattempo, tra il momento in cui avrei commesso il reato e la decisione del giudice, mi garantirà di non dover fare realmente l'esperienza del carcere. L'essere incensurato, oltre che motivo di onore, è per me oggi una garanzia ulteriore. Ma il precedente, appunto, è grave.

Vari casi, all'attenzione della pubblica opinione in questo periodo, mostrano come sia oggi diventato sempre più difficile fare ricerca e prendere posizione su tematiche religiose. E la fatica è tanto maggiore quando si tratta di islam. Per quel che mi riguarda, da sponda opposta, ho dovuto subire minacce di gruppuscoli di estrema destra solo per aver invitato un noto intellettuale musulmano a parlare nella mia università. E le posizioni mie e di molti colleghi sono oggetto occasionale di malevole e male informate attenzioni giornalistiche, solo perché non cavalcano il senso comune o non sottoscrivono l'opinione interessata di alcuni opinion leaders. Chiedo a tutti voi, se lo condividete, di firmare l'appello che trovate sul sito, e di diffonderlo tra quanti potrebbero essere interessati, in Italia e fuori d'Italia, giacchè il problema si pone anche altrove, in Europa e non solo. Chiedo anche, a chi può, di prendere posizione anche con lettere e dichiarazioni, che saranno pubblicate sul sito. Intanto, non mi resta che ringraziarvi per l'attenzione dedicatami.


venerdì 1 giugno 2007

E gli studenti

Un mio conoscente mi ha inoltrato l'email che riporto integralmente. L'iniziativa è ottima, lodevole, (il blog ne aveva già parlato). La domanda che però mi pongo è: " E inviarla anche agli studenti?" In fondo Università, Collegi e annessi vari sono giustificati dalla presenza di questi ultimi.


----- Original Message -----
To: professori.contratto@unipv.it ; ricercatori@unipv.it ; tecnici-amministrativi@unipv.it
Sent: Monday, May 21, 2007 12:06 PM
Subject: Appello Collegi

Ai Docenti e al Personale Amministrativo dell'Università di Pavia

I Collegi Borromeo, Ghislieri, Nuovo e Santa Caterina vi segnalano l'appello lanciato dai 14 Collegi Universitari italiani riconosciuti dal Ministero dell�Università e dalle Scuole Superiori Normale e S. Anna di Pisa, per invitare il Governo a rivedere il taglio del 12,5% sui finanziamenti loro destinati previsto dalla legge finanziaria 2007 e con valori probabilmente anche maggiori nei prossimi anni.

Il taglio incide pesantemente sull'erogazione di posti gratuiti e borse di studio agli studenti in condizioni economiche svantaggiate e sulla promozione di attività formative e culturali, due fra le caratteristiche più peculiari dei Collegi, che ospitano in totale circa 5000 studenti (più di 600 a Pavia), tutti selezionati per merito.

Per leggere e firmare l'appello è sufficiente collegarsi al sito della Conferenza dei Collegi www.collegiuniversitari.it (cliccare sulla banda arancione).

Grazie,

I Presidenti e i Rettori dei Collegi Borromeo, Ghislieri, Nuovo e Santa Caterina da Siena di Pavia