Pirati dei Caraibi III: at world's end
Sta arrivando.
Andrò a vedermelo come una sedicenne in orgasmo davanti ai "take that"
Sta arrivando.
Andrò a vedermelo come una sedicenne in orgasmo davanti ai "take that"
il primo video dedicato alla storica serata di Teatro Interattivo organizzata da Inchiostro in collaborazione con La consulta degli studenti della Provicina di Pavia,l'ISU e la Libreria il Delfino.
La Commissione ACERSAT non ha finanziato l'evento sostenendo che non interessasse gli studenti. Stranamente ha però finanziato un'altra serata teatrale, molto più costosa. E il nostro, in parte autofinanziato, nemmeno sono venuti a vederlo. Chapeau.
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Mizar
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Etichette: inchiostro, Italia, pavia, politica, università
Saranno solo punti in più sul curriculum, un “benefit” (così vengono spesso indicati sui contratti di tirocinio) niente male. Sì, però si può anche vederla in un’altra maniera: tre mesi di lavoro non retribuito, in soldoni “schiavitù”. Lo stage è una delle tante manifestazioni del precariato: si lavora a gratis, magari rimettendoci, in attesa di probabili benefici nel futuro.
Ora il ministero degli Esteri in collaborazione con la fondazione Crui (la conferenza dei rettori delle Università italiane), ci mette del suo proponendo 618 stage in ambasciate, consolati, istituti di cultura italiana, rappresentanze e uffici a Roma a studenti laureati, laureandi e specializzandi.
Una proposta certamente allettante per chi vuole orientarsi nel mondo del lavoro e provare dal vivo la vita diplomatica, ma anche molto iniqua: se i funzionari guadagnano bei soldoti laureati, laureandi e compagnia bella non guadagneranno nulla né avranno dei rimborsi spese o una copertura finanziaria per pagarsi il viaggio e l’affitto (proviamo a pensare chi deve sostenere la spesa di viaggio per andare a lavorare a gratis nelle ambasciate dell’America Latina o dell’Estremo Oriente, oppure alle spese di affitto che si deve sobbarcare chi va a fare lo stage in città care come Londra, Parigi…).
E non si può neanche tentare di viaggiare a gratis stipati nelle valigie diplomatiche
Ok, sono progetti interessanti che danno valore ed esperienza ai futuri lavoratori, ma chi ci guadagna di più…o meglio, chi ci risparmia di più, sapendo che lo Stato italiano disporrà di 618 lavoratori a gratis per tre mesi?!
Andrea Giambartolomeiecco per gli amanti del genere un bellissimo articolo pubblicato oggi su La Stampa da Mattia Feltri. | |
"Secondo alcuni degli eletti al Parlamento, il nuovo presidente della Conferenza episcopale, Angelo Bagnasco, invece che occuparsi dei suoi greggi d’anime, capeggia una crociata piena di qualità: fondamentalista, intollerante, razzista, sessista, omofoba e molto gradita a gruppi «di stampo neofascista». Il segretario di Rifondazione comunista, Franco Giordano, ha iscritto il successore di Camillo Ruini alla ghenga dei «poteri forti» (due parole che, accoppiate, riscuotono successo certo) impegnati nelle trame di sabotaggio al governo. Se qualcuno imputasse a Bagnasco la gestione di settori deviati dei servizi segreti, il monsignore conquisterebbe i titoli per succedere a Licio Gelli nel ruolo di grande infangatore della convivenza democratica. Questa sera, a Genova, un coordinamento di associazioni e di cittadini sfilerà con le fiaccole per manifestare sostegno a Bagnasco. Genova è la sua città. È la città dove ha detto messa nel giorno di Pasqua con le guardie del corpo ai fianchi, nella posizione solitamente occupata dai chierichetti. E, soprattutto, è la città dove sono comparse le prime scritte di dileggio e minaccia poi scopiazzate in tutta Italia, da Torino a Bologna alla Calabria. Si ricorda che, in fondo, anche Ruini viaggiava scortato, ma nessuno specifica che Ruini era protetto da dopo l’11 settembre, e non in seguito a un dibattito - quello sui Dico - interno a un Paese che si pretende civilizzato e tollerante. Quando riferì alla Camera dei deputati, il viceministro dell’Interno, Marco Minniti, pensava forse di essere rassicurante ragguagliando sulla genesi delle intimidazioni («Bagnasco a morte», «Bagnasco attento ancora fischia il vento», e così via). «Sembrerebbero non ascrivibili a una matrice di natura eversiva», disse Minniti, «ma troverebbero origine in un sentimento anticlericale». Chi, profittando del buio, decide di mettersi in strada a imbrattare i muri con promesse di ammazzamento, non è molto rappresentativo dei sentimenti nazionali. Però, in questo caso, magari stima Bagnasco un fondamentalista intollerante e un neogerarca segregazionista. E non deve sentirsi un pazzoide isolato se, come è successo, i gruppi di Rifondazione, Verdi e Comunisti italiani nei consigli comunali di Bologna e Genova hanno deciso di non sottoscrivere documenti di solidarietà a Bagnasco. Molti voltairiani d’Italia hanno di nuovo dimenticato la lezioncina del non condivido ma morirei perché tu potessi dire eccetera. Il problema non è tanto condividere o non condividere, appoggiare o osteggiare anche ferocemente la politica della Cei, come accadeva con l’ultimo Ruini. Il problema è che a Bagnasco sembra sia stata sottratta la dignità di interlocutore. Siccome ha paragonato gli omosessuali agli incestuosi e ai pedofili (e poi non l’ha fatto: basta leggere laicamente il discorso del 31 marzo per verificarlo), è stato espulso dal consorzio civile. Come alla canaglia «di stampo neofascista» che gli andrebbe a ruota, non gli vengono riconosciute le qualità basilari per partecipare alla vita comune e alla discussione delle regole di convivenza. Se degli squinternati gli giurano piombo, è immeritevole di una stretta di mano: se l’è cercata, e non è l’unico in quelle condizioni. Il mondo andrà avanti anche senza di lui e senza le sue lezioni di oscurantismo. Visto che le cose stanno così, chiunque, laico o religioso, credente o non credente, questa sera è nel giusto se impugna una fiaccola e dice: io sto con Bagnasco." |
Vorrei usare questo post a fini di pubblica utilità: sabato sera, infatti, è andata in onda su La7 una puntata di Tetris, il programma di approfondimento politico di Luca Telese.
Vorrei quindi informare gli utenti del blog che quell'omino al quale ogni tanto il signor Telese rivolgeva delle domande come se fosse un ospite qualsiasi era il tal Valerio Fioravanti.
Chi è costui?
Ecco un suo breve curriculum vitae:
Sei sono le sentenze che comminano l’ergastolo a Fioravanti:
- sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Venezia del 17 gennaio 1985
- sentenza della Corte d’assise d’Appello di Roma del 30 maggio 1985
- sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Bologna del 6 febbraio 1986
- sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Roma del 7 aprile 1988
- sentenza del Tribunale di Bologna del 27 marzo 1990
- sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Bologna del 16 maggio 1994
Quindi:
ergastolo per l’omicidio di Roberto Scialabba (28 febbraio 1978)
ergastolo per l’omicidio di Antonio Leandri (17 dicembre 1979)
ergastolo per l’omicidio di Maurizio Arnesano (6 febbraio 1980)
ergastolo per l’omicidio di Franco Evangelista (28 maggio 1980)
ergastolo per l’omicidio di Mario Amato (23 giugno 1980)
ergastolo per la strage alla Stazione di Bologna (2 agosto 1980)
ergastolo per l’omicidio di Francesco Mangiameli (9 settembre 1980)
ergastolo per l’omicidio di Enea Codotto e Luigi Maronese (5 febbraio 1981)
La mancata corrispondenza tra numero di ergastoli e numero di omicidi è dovuta all’applicazione del vincolo della continuazione.
Fioravanti ha inoltre accumulato complessivamente 134 anni e 8 mesi di reclusione per reati quali: furto e rapina (una ventina in tutto), violazione di domicilio, sequestro di persona, detenzione illegale di armi, spaccio di stupefacenti, ricettazione, violenza privata, falso, associazione a delinquere, lesioni personali, tentata evasione, banda armata, danneggiamento, tentato omicidio (28 febbraio 1976, 15 dicembre 1976, 9 gennaio 1977, 28 febbraio 1978, 6 marzo 1978), incendio, sostituzione di persona, strage, calunnia, attentato per finalità terroristiche e di eversione.
Morti attribuibili alla responsabilità di Fioravanti: 93.
[Fonte: Ass. Familiari Vittime Strage Bologna]
Una domanda populista: ma perchè l'opinione di quest'uomo deve essere trasmessa via etere e diffusa in tutte le case?
E nel qual caso la sua presenza fosse inevitabile al dibattito, perchè non far scorrere il suddetto elenco sotto il suo bel faccino così che il pubblico a casa possa sapere chi sia veramente l'oratore?
Forse sarebbe più onesto: ma si sa, Telese scrive per il Giornale, non si può chiedere troppo...
Inoltre, ammesso che sia veramente cambiato (così come ammette una fonte autorevole: Velerio Fioravanti), è mai possibile che nei nostri dibattiti dobbiamo sempre avere a che fare con questi aborti degli anni '70? E' proprio necessario?
Una morale: la prossima volta che volete sapere qualcosa sulla strage di Bologna, non guardante un programma di Telese ma andate qui: www.stragi.it
A meno che, ovviamente, non vogliate un pò di sana fantascienza...
Ecco il quadro realizzato da Guido Boletti durante la serata "ArtJazz for Ayamé" del 13 marzo 2007.
Il dipinto, in esposizione presso il Caffè all'Università di Pavia (Università centrale - cortile dei Tassi), sarà battuto all'asta il prossimo autunno, durante la seconda edizione della "Settimana della Cooperazione" organizzata da Inchiostro. Il ricavato verrà devoluto all'Agenzia n°1 di Pavia per Ayamé, ONG pavese impegnata in Costa d'Avorio.
Segnaliamo, per correttezza, il blog dell'altro magazine gratuito distribuito a Pavia, Kronstadt.
Ci fanno una critica (abbastanza condivisibile) sul nome del blog (retroscena segreto che svelo: un nome papabile era iNchiostro con la I davanti che fa tanto iPod et similia).
A proposito di papabili e papi...no, niente. Forse ne abbiamo già piene le orecchie e pieni gli occhi.
Buon fine settimana.
un altro bell'articolo del professor Ricolfi preso da La Stampa. One more time. LUCA RICOLFI | |
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Oggi comincia l’ultimo congresso dei Democratici di sinistra, domani l’ultimo congresso della Margherita. Poi i due partiti dovrebbero avviare le fasi finali di un processo che, iniziato ben undici anni fa, porterà post-comunisti (Ds) e post-democristiani (Dl) a confluire in un unico partito genuinamente riformista, il plurivagheggiato Partito democratico (Pd). L’evento epocale si consuma nella sostanziale indifferenza dell’opinione pubblica, e qualcuno - fra i traghettatori - comincia a chiedersi perché. Per alcuni il guaio sembra consistere in un deficit di democrazia e di partecipazione: il «nuovo soggetto» nascerebbe con una logica escludente, senza una vera volontà di coinvolgere la mitica società civile, e tanto meno i partiti-bonsai, tipo Verdi, Italia dei valori, Sdi, Radicali, Udeur. Per altri il problema vero è la latitanza dei contenuti: si discute febbrilmente di leadership, posti, incarichi, correnti, quote, ma non è chiaro quale sia il progetto di cambiamento che il nuovo partito vuole far valere. Per altri ancora il nodo è la drammatica mancanza di ricambio del ceto politico: da quasi vent’anni la scena è occupata dagli stessi sei o sette leader, perlopiù vecchiotti e di sesso maschile, mentre i giovani aspiranti alla successione - non avendo il coraggio di condurre vere battaglie politiche - preferiscono «prendere il bigliettino» e fare la fila in attesa del proprio turno. Come comune cittadino, che non è mai stato iscritto a un partito, mi sono fatto un’idea diversa. Forse la vera ragione per cui il nuovo soggetto non scalda i cuori è più semplice e primordiale. Il progetto del Partito democratico sconta il tragico deficit di credibilità dei suoi proponenti. Certo, uno può leggere il Manifesto del nuovo partito, stilato dai dodici saggi (apostoli?), e trovarlo «orripilante» (Cacciari) oppure scorgervi una serie di idee interessanti, ancorché talora troppo vaghe o elusive (Giavazzi). Ma resta il fatto che qualsiasi cosa ognuno di noi voglia scorgere in quel pezzo di carta (personalmente vi trovo parecchie idee ragionevoli, espresse in una lingua irritante), e tanto più se riusciamo a intravedervi alcune soluzioni interessanti ai problemi dell’Italia, non possiamo fare a meno di confrontare le parole con i comportamenti. E se questa operazione di confronto la conduciamo fino in fondo, è difficile non vedere l’abisso fra gli alati discorsi sul futuro e la mesta prassi quotidiana dei due sposi. Già, perché l’unico modo serio che abbiamo a disposizione per convincerci della bontà del nuovo prodotto, o della felicità del matrimonio Ds-Dl, è di guardare il comportamento dei due fidanzati. E chi lo ha fatto in questi anni, chi ha osservato questo inizio di legislatura, chi ha analizzato l’impianto della Finanziaria, non ha potuto non vedere che i futuri sposi hanno ormai perso l’anima socialista senza per questo acquisire quella liberale. Se avessero ancora avuto un’anima socialista non avrebbero abbandonato gli operai, dopo aver loro promesso il cuneo fiscale, ossia 3-400 euro in più all’anno in busta paga: la Finanziaria ha stanziato qualcosa per i redditi medi, molto per i dipendenti pubblici, pochissimo per incapienti e redditi bassi. Se Ds e Dl avessero un’anima socialista si sarebbero accorti che, da un decennio, i redditi dei dipendenti pubblici crescono a un ritmo doppio rispetto a quelli dei dipendenti privati, e che i primi a «non arrivare alla fine del mese» sono gli operai del settore privato. Niente di male, naturalmente, ma una sinistra più attenta ai colletti bianchi che ai colletti blu ha ben poco di socialista, se le parole hanno ancora un senso. Si potrebbe pensare (sperare?) che l’anima socialista perduta sia stata sostituita da una più moderna - e adatta ai tempi - anima liberale. Ma non è così. I veri liberali, che sono una sparuta minoranza in tutti i partiti italiani (eccetto la Rosa nel pugno), non possono che inorridire di fronte alla timidezza di Ds e Dl nel primo anno di governo. Più tasse, più contributi, più burocrazia in materia fiscale. Concorsi riservati nella pubblica amministrazione. Continui rinvii di problemi cruciali come pensioni e ammortizzatori sociali. Risorgenti tentazioni dirigiste in economia non appena il capitale straniero mette il naso in casa nostra (vicende Telecom e Autostrade). Per non parlare della politica scolastica e universitaria, dove non si intravede un barlume di meritocrazia. O di quella della sanità e degli enti locali, dove la politica non si sogna di fare quel passo indietro che promette sempre e non attua mai. Si dirà: ma è proprio per questo, per poter essere più socialisti e più liberali assieme, che vogliamo fare il Partito democratico. Benissimo, ma è precisamente questo nesso logico che sfugge al comune cittadino. Saremo sempliciotti, ma non riusciamo a non chiederci: se così poco di voi stessi siete riusciti a mostrare in questi undici anni di fidanzamento, perché mai dovremmo credere che - una volta sposati - i vostri vizi si tramuteranno in virtù? |
Il premiato bufalificio di Vittorio Feltri, il cosiddetto giornale "Libero", in questi giorni successivi alla liberazione di Mastrogiacomo sta dando il meglio/peggio di sè sfornando ogni giorno un tale numero di bufale (giornalistiche) da fare impallidire persino Belpietro.
Cogliendo fior da fiore, ecco l'articolo di oggi 13 aprile a firma di Luigi Santambrogio dal titolo "I miliadi di Strada"...
Diavolo d'un Gino Strada, stavolta ha messo tutti nel sacco. Da grande magistro ha centrato con un sol colpo ben sei bersagli.
1). Ha liberato, mandando a quel paese l'allegra troupe dei nostri 007, il gionalista di Repubblica, Daniele Mastrogiacomo. Vabbè, ha lasciato che i taliban sgozzassero quel poverocristo di interprete, ma non stiamo a far sempre le pulci. Doveva pur cedere qualcosina.
[Bufala omicida: Strada non ha affatto lasciato che i taliban uccidessero l'interprete. Secondo questa logica di ferro, è come dire che Bush ha buttato giù le torri gemelle perchè non ha fermato i terroristi]
2). Ha rotto furiosamente i maroni al presidente afghano Karzai, per ottenere la scarcerazione dalle prigioni di Stato del suo uomo di fatica a Kabul (arrestato per l'insignificante reatuccio di essere amico e spia dei terroristi. Gli stessi che avevano rapito Mastrogiacomo e poi tagliato la gola al suo traduttore).
[Bufala"stilosa": secondo questo premio Pulitzer valpadano fare di tutto per liberare un uomo da terroristi assassini è "rompere i furiosamente i maroni"]
[Bufala "sine-fonte": quali sono le prove a suffragio della tesi che l'arrestato sia amico e spia dei terrorsti?]
3). Ha spaccato incessantemente le scatole (non avendo trovato altro) a Prodi e al suo compare D'Alema, accusandoli a bruciapelo di connivenza con i barbari e gli assassini che stanno terrorizzando l'Afghanistan. Cioè Bush, Karzai e i soldati italiani.
[Bufala "istituzionale": al mastro bufaliere sfugge il fatto che Prodi e D'Alema siano, che gli piaccia o no, il Premier ed il ministro degli Esteri. A chi doveva rivolgersi? A Feltri? O al mitico Farina di tipo 007?]
4). Ha sputtanato la suddetta coppia di rotta e di governo, Romano e Max, rivelando le losche trattative con i taliban (suoi amici) e lo scucimento di qualche milione di dollari per la riconsegna di Mastro-Mauro a Repubblica.
[Bufala "tra colleghi": Mastro-Mauro... davvero un colpo di classe prendere in giro un uomo che ha rischiato la vita per informarci e il suo direttore che ha combattuto in prima persona per salvarlo. Ma si sa, a Libero l'amicizia coi servizi segreti (vedi Betulla) li fa stare tutti più tranquilli]
[Bufala "riscattatoria": dove erano le "losche trattative" quando era il buon Silvio che (giustamente) trattava?]
[...]
Sono certo che il Premiato bufalificio Libero sarà lieto di offrirvi altre bufale domani in edicola...
Questo non è altrettanto vergognoso rispetto a tutto ciò che viene detto di schifoso sulla Chiesa?
Non è un atto altrettanto infame?
Quei simboli che spesso si trovano accanto a queste scritte sono GLI STESSI di certe parti politiche che "predicano" (sì, proprio la stessa parola che si usa per i preti!) il pacifismo e l'abolizione della pena di morte.
Vergogna! Diamo risalto anche a QUESTO! Vergogna!
Guardavo il telegiornale e il servizio che andava in onda parlava di scuola, di studenti, di bullismo. Un telefonino aveva ripreso tutta la scena, il bullo che dall’ultimo banco scagliava un astuccio all’indirizzo della professoressa che stava scrivendo alla lavagna, colpendola alla nuca. Gli altri alunni seduti immobili come se nulla fosse accaduto, mentre l’insegnante in lacrime fuggiva dalla stanza.
Osservando la scena alla televisione, ho sentito un brivido percorrermi la schiena: in quei fotogrammi, quel ragazzo nascosto dall’ultimo fila, quel lancio codardo a colpire alle spalle, ho rivisto un altro bullo allo sbaraglio, in quei ragazzi educatamente seduti ai loro banchi, ho ricordato altri compagni, in quella fuga scomposta l’umiliazione di altre persone incolpevoli.
Il telegiornale mi ha rispedito a una classe anonima, dove rimanere un figurante non protagonista del proprio vivere, e diventare “diverso” a scuola, in famiglia, nella strada, è stato il passo più breve per fare conoscenza dapprima con un carcere per minorenni, poi con il resto del panorama penitenziario.
Le risate dei ragazzi intorno al bullo risuonano come mine vaganti, il filmato ne conserva i ghigni soddisfatti, e in questa desolante attualità, fanno capolino i genitori diventati specialisti forensi, protesi all’assoluzione in formula piena, mentre gli stessi professori sono ridotti a semplici trasmettitori di mere nozioni, poco interessati alla tecnica dialogica, che però consente di instaurare relazioni importanti, che portano alla conoscenza delle retrovie dove scorrono le ansie, il panico, le solitudini, i progetti immaturi che disconoscono le mediazioni.
In quelle immagini si percepisce una sensazione amara di angoscia, con la tentazione di scrollare le spalle per non chiedersi chi fermerà la mano di quel ragazzo, per evitare una seconda volta che potrebbe rasentare la tragedia, e ci faccia sentire tutti coinvolti, nessuno escluso dal farci i conti.
Senz’altro è importante che specialisti e riferimenti autorevoli sinergicamente facciano sentire il peso delle loro professionalità, con la messa in rete di interventi capaci, ma forse occorre un’azione ancor più incisiva, e soprattutto invasiva, occorre dare e fare testimonianza attraverso il proprio vissuto, la propria storia personale, dolorosa e inquietante, a tal punto da mettere con le spalle al muro il rischio di una infantilizzazione che nasconde fragilità e vuoti esistenziali.
A un giovane arrabbiato non è la predicozza a colpirlo sul mento, bensì il porsi a fronte mettendo insieme il coraggio sufficiente per spiegare la sofferenza che può scaturire da un gesto estremo.
Giovani studenti travestiti da guerrieri, a rimarcare la mancanza di rispetto del mondo adulto, affascinati dalla scoperta della violenza tra i pari, perdendo contatto con le ore ferme, ripetute, nel bisogno di fendere l’aria con il taglio della mano, nel tentativo di rincorrere il tempo che si allontana……..senza però raggiungerlo mai, anzi perdendone i pezzi migliori, quelli più importanti, perché non ritorneranno più.
Vincenzo Andraous
Quando Mons. Bagnasco, a fine Marzo, disse la sua sui Dico, qualcosa non era chiaro. Secondo le sue affermazioni, riportate dal Corriere della Sera, «perché quindi dire no a varie forme di convivenza stabile giuridicamente, di diritto pubblico, riconosciute e quindi creare figure alternative alla famiglia? Perché dire di no all'incesto, come in Inghilterra dove un fratello e sorella hanno figli, vivono insieme e si vogliono bene? Perché dire di no al partito dei pedofili in Olanda se ci sono due libertà che si incontrano? Bisogna avere in mente queste aberrazioni secondo il senso comune e che sono già presenti almeno come germogli iniziali». A parte il significato del termine "aberrazioni", che può essere frainteso, in effetti ero io, nella mia ingenuità, a credere che Sua Eminenza fosse contrario. Dalle sue parole, la vera posizione non trapela...
Ora, a distanza di una settimana, posso finalmente dare un senso a tutto questo. Colpo di scena: non solo la Chiesa è favorevole ai Dico, ma anche a incesto e pedofilia, o almeno così pare di capire dall'articolo di Repubblica uscito fresco fresco nel Pasquale giorno che è oggi: «Sesso e violenze, scandalo in Parrocchia». Secondo il noto quotidiano d'oltrappennino, infatti, varie ragazzine (minorenni, per usare un eufemismo) erano state costrette ad avere rapporti sessuali con il sacerdote, pena la negazione dell'assoluzione. Seguendo i consigli del prelato, invece, avrebbero raggiunto l'«adesione totale a Dio».
Qualcuno potrebbe pensare a qualche caso isolato, ma in realtà gli episodi furono compiuti dal 1975 al 2005, anno in cui il sacerdote fu trasferito, per motivi di salute, a far danni da qualche altra parte. Che forse le ex-dodicenni non fossero più prestanti come un tempo? Che le nuove dodicenni, figlie delle ex-dodicenni, non ne volessero sapere e avessero già i caz... ehm fatti loro cui star dietro? Che le indulgenze, col tempo, si siano inflazionate in modo talmente preoccupante da non valer più nemmeno una servizietto da pochi minuti? Che la spada di Damocle sulla testa delle dodicenni fosse diventata un budino di Damocle, data la veneranda età del prelato ormai ottantenne?
Domande alle quali, ahimè, non avremo mai risposta. Per lo meno non dalla Chiesa, visto che «a quasi due anni dall'inizio delle denunce dalla Chiesa fiorentina non sono ancora arrivati né "una decisa presa di distanza" dai personaggi coinvolti nella vicenda, né "una scusa ufficiale", né "un atto riparatore autorevole e credibile"».
Come fare, senza essere qualunquisti, a dare un giudizio oggettivo alla vicenda? Essere qualunquisti, ovviamente. E non dare un giudizio oggettivo.
Stinchi di santo 1
Repubblica.it, 28 SETT
È salito a 21 il numero dei tifosi inglesi del West Ham arrestati in nottata dalle forze dell’ordine a conclusione di alcuni incidenti che si sono verificati nel centro storico di Palermo.
No prejudices 1
(ANSA) - LONDRA, 2 APR - Il Manchester United avverte i suoi tifosi che saranno a Roma per l'andata dei quarti di Champions: state attenti. "Roma e' una citta' bellissima – è scritto in una lettera ai 4500 tifosi dei Red Devils (saranno in 1500 senza biglietto), ma ci sono dei luoghi dove è meglio non passare. Rischiate di prendervi una coltellata". [...]
Stinchi di santo 2
(ANSA) - ROMA, 4 APR - Sono 18 i tifosi feriti, di cui uno grave ricoverato all'ospedale San Giacomo, durante gli scontri tra tifoserie prima di Roma-Manchester. Il più grave è un inglese accoltellato al collo mentre si trovava nei pressi di ponte Duca d'Aosta. Un altro tifoso, sembra romanista, rimasto contuso durante i tafferugli con la tifoseria inglese, è stato invece medicato e dimesso dall'ospedale Villa San Pietro. Undici i contusi mentre 5 quelli solo medicati dopo essere stati coinvolti negli scontri.
Stinchi di santo 3
(ANSA) -SIVIGLIA, 5 APR- Tifosi inglesi scatenati durante il 1° tempo della gara di Uefa Siviglia-Tottenham. I sostenitori si sono scontrati con la polizia spagnola. Gli inglesi, come riportano le televisioni locali, sarebbero entrati in una settore a loro non destinato e gli incidenti con i poliziotti sono subito iniziati. Dal settore inglese sono volati all'indirizzo dei tifosi spagnoli e della polizia sedili e ogni tipo di oggetto. Gli incidenti di Siviglia seguono di 24 ore quelli dell'Olimpico di Roma.
No prejudices 2
(ANSA) - BERGAMO, 26 MAR - Sei studenti in gita scolastica a Londra sono stati trattenuti in isolamento per un'intera giornata, identificati, schedati e poi rispediti a casa. E' successo nei giorni scorsi all'aeroporto londinese di Luton a sei studenti extracomunitari dell'Istituto tecnico Vittorio Emanuele di Bergamo, a Londra in gita scolastica. Al loro arrivo in Inghilterra, [...], i sei, provenienti dall'aeroporto di Orio al Serio (Berqamo) sono stati bloccati al controllo documenti, in quanto appartenevano a nazionalità "non gradite" al Regno Unito. Si tratta di studenti dai 20 ai 27 anni, provenienti da Perù, Albania, Ucraina e Burkina Faso, [...]. Dopo una giornata passata all'aeroporto, nonostante le proteste degli insegnanti, che sostengono di aver avuto precise indicazioni in merito ai documenti necessari per gli studenti stranieri proprio dal consolato britannico a Milano, i ragazzi sono stati fatti ripartire per Orio al Serio con un volo alle 22.40. Gli studenti italiani, 34 in tutto, hanno potuto invece proseguire il loro viaggio in Inghilterra. "Chiederò di fare presto chiarezza su quanto è avvenuto - ha dichiarato la preside dell'Istituto Vittorio Emanuele, Gabriella Lo Verro - perché gli studenti avevano tutti i documenti in regola, così come è perfettamente regolare la loro iscrizione ai nostri corsi".
Ecco la democrazia!
L’ irachena Shada Hasun ha vinto il reality 'Star Academy', la versione panaraba di un reality simil “Amici”.
Questo è il miracolo della democrazia mediatica americana.LONDRA - Non ha mai fatto mistero dei suoi problemi con la droga, e ora ne parla per invitare i giovani a non fare altrettanto. Ma l'ultima rivelazione di Keith Richards è perlomeno scioccante: «La cosa più strana che ho sniffato? Mio padre. Ho sniffato mio padre», afferma il chitarrista dei Rolling Stones in un'intervista alla rivista musicale inglese Nme. Bert Richards è morto nel 2002. «Era stato cremato e non ho resistito a mescolare le ceneri con un po' di coca... È andato giù bene, e sono ancora vivo». Fortunato a essere sopravvissuto, aggiunge dissacrante Keith Richards: «Sono stato stato al numero uno nella lista di "chi ha più probabilità di morire" per un decennio, mi spiace davvero esserne uscito...».
www.corriere.it
Non consumare OGM diminuisce la sudorazione ascellare
(ANSA)- ROMA, 23 MAR - Il ministro dell'Universita' Mussi, ha inviato i rettori di tutte le universita' italiane a limitare il 'numero chiuso' ad alcune facolta'. La regola dovrebbe essere applicata solo agli atenei per i quali e' la legge prevede il numero chiuso: Medicina e Chirurgia, Architettura, Ingegneria e Medicina Veterinaria. 'Ogni limitazione del numero degli accessi al di fuori delle fattispecie indicate dalla legge, e' un'ingiustificata limitazione del diritto allo studio', ha detto Mussi.
Leggi la comunicazione del Ministro.
Esponenti della destra liberale ad un convegno su Adam Smith