martedì 20 febbraio 2007

Io "dico" sì [atto II]

Nonostante ritenga che il disegno di legge altro non sia che un timidissimo tentativo e anche piuttosto fasullo, approvo in pieno la questione riguardo ai DICO e per questi motivi.
Se molti ricordano che l'alternativa al matrimonio religioso esiste già ed è il matrimonio civile (come se lo scontro si potesse porre solo tra chiesa-dico) sottolineo che la peculiarità dei DICO è quella di essere una terza via: la convivenza.

Ora basare gran parte delle critiche al disegno di legge su un cavilloso giro di parole che dovrebbe in qualche modo conferire un qualche valore aggiunto al “matrimonio” è quanto mai un obiezione imbarazzante.

Imbarazzante specialmente se la muovono proprio quelli interpretano il matrimonio civile come semplice “formalizzazione degli impegni”. E nella sostanza brutalmente nuda il matrimonio, è per molte persone questo “unione di un uomo e di una donna che si impegnano, davanti a un’autorità civile o ecclesiastica, a una completa comunione di vita nel rispetto dei reciproci diritti e doveri”. Secondo i gusti si può scegliere il vestito….la tradizione lo vuole bianco…

Insomma è questo il “rito” che si sente talmente attaccato dai DICO?

Non sono i sentimenti che devono essere sottoposto ad obblighi coercitivi da nessuna autorità sia questa ecclesiastica o statale a meno che non sia gli “amorosi” stesso a volerlo, ma non dovrebbe essere per nessuna ragione una scelta obbligata, mossa dall’abitudine, dalla tradizione e dal fatto che l’unica alternativa possibile al bivio già ricordato (matrimonio civile o religioso) è una condizione di quasi clandestinità: la convivenza.

La volontà del rispetto reciproco, questo buono proposito che è necessario dichiarare, deriva dalla legittimazione che il matrimonio conferisce o è componente dell'unione stessa? E' ovvio che è la seconda, altrimenti non ci sarebbe neppure il sentimento che porta due persone a voler stare l’una con l’altra. E allora in cosa differisce la presa reciproca di obblighi e doveri fatta dai DICO?
La parola "matrimonio" dà un valore aggiunto all'amore? E la parola "convivenza" invece la toglie?
Non è un giro di parole e tutto sembra ridursi a questo.

Giulia

1 commento:

Anonimo ha detto...

mmm mmm mmm