mercoledì 21 febbraio 2007

Recensioni dei lettori: la Ricerca della Felicità

“La ricerca della felicità”. Un film che dà tanto: insegna qualcosa sulla vita di tutti i giorni, regala fortissime emozioni, facendo commuovere, riflettere ed anche ridere di un riso sincero alle spontanee ed ingenue battute del piccolo Christopher.


Questo film realistico, ambientato nell’America degli anni ’80, ci proietta in un rapido viaggio attraverso i luoghi della modernità: la metropoli con le sue mille razze ed i suoi grandi dislivelli sociali. E’ la storia di un uomo che ha perso tutto e lotta con tutta la sua forza ed il suo coraggio per salvare almeno ciò a cui tiene di più: la famiglia. Gabriele Muccino, regista di questo bellissimo film con protagonista Will Smith (Chris, padre di Christopher), ci dona uno sguardo profondo sulla vita e sui sentimenti: l’infelicità, il senso di ingiustizia, di sconfitta, di oppressione, di discriminazione ed i loro contrari. Soprattutto sull’amore, amore immenso per quel figlio che il padre vuol proteggere a tutti i costi, perché il suo sogno è amarlo e renderlo felice e amore per la vita, anche se molto spesso questa è difficile e ci delude.


Scorrevole la storia, che tocca tutti gli aspetti della vita quotidiana (affetti, lavoro, religione) e che non risulta mai troppo stucchevole; bravissimi gli attori, soprattutto il bambino, che parla poco ma esprime una tenerezza infinita solo col suo dolcissimo sguardo; ottima la colonna sonora; ben caratterizzati i personaggi, anche quelli secondari, dei quali è tracciato un rapido ma efficace profilo (i finti amici, i capi instancabili, i colleghi che si credono i migliori, i poveri che diventano ladri per necessità, i raccomandati sul lavoro). Scandiscono i vari tempi del film i titoli pronunciati da Chris (“Questa parte della mia vita si può definire…”) e le bellissime frasi del presidente Thomas Jefferson, una delle quali sottolinea il valore della parola ricerca: la felicità che desideriamo a volte non si può raggiungere, ma l’importante è credere in se stessi e nel proprio progetto, perché si può essere felici anche mentre lo si sta vivendo.

Al centro di questo film vi è il rapporto padre-figlio, già stupendamente trattato da Vittorio de Sica in “Ladri di biciclette”: un rapporto che è un confronto, più spesso un incontro che uno scontro. Perchè è grandissimo l’amore che li lega, un affetto infinito che supera tutti gli ostacoli, anche quello della difficoltà economica, a cui, però, non resiste il rapporto marito-moglie. La grande conquista di Chris è stata quella di essere riuscito a salvare, nascondendo lo squallore e la precarietà della vita sotto le vesti di un gioco divertente, la pura innocenza del bambino, tema già toccato ne “La vita è bella” di Roberto Benigni. In cambio ottiene tutto l’amore del figlio, che continua a reputarlo “un buon papà”. Ricorrenti le immagini della metropolitana e della palla da basket, simboli, rispettivamente, della stanchezza provocata da una vita frenetica, in cui si è soli anche in mezzo alla gente e dell’amore per i sogni che si vogliono realizzare.

Come canta Gianni Morandi: non scoraggiarti, “Uno su mille ce la fa”!
E quello puoi essere tu, perché i miracoli non succedono solo nei film:
questo splendido film è tratto, infatti, da una storia vera.

Simona Carrera

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Bella recensione, tranne nel finale che è troppo retorico...

Anonimo ha detto...

buona la prima

valina ha detto...

Concordo con la recensione...anche se secondo me la forza del film è il fatto che sia una storia vera...il che salva dal giudizio:"solita americanata"

Anonimo ha detto...

recensione ben mirata...ma io vorrei sottolineare la forza di chi sopporta senza lamentarsi e che anzi lotta contro la realtà per modellarla in base ai propi bisogni piuttosto che farsi sopprimere da essa....vorrei conoscere il vero protagonista del film per ottenere da lui uno straordinario insegnamento"vivere nonostante tutto e tutti"