lunedì 23 aprile 2007

In difesa di Bagnasco (e soprattutto della libertà di espressione)

ecco per gli amanti del genere un bellissimo articolo pubblicato oggi su La Stampa da Mattia Feltri.


"Secondo alcuni degli eletti al Parlamento, il nuovo presidente della Conferenza episcopale, Angelo Bagnasco, invece che occuparsi dei suoi greggi d’anime, capeggia una crociata piena di qualità: fondamentalista, intollerante, razzista, sessista, omofoba e molto gradita a gruppi «di stampo neofascista».


Il segretario di Rifondazione comunista, Franco Giordano, ha iscritto il successore di Camillo Ruini alla ghenga dei «poteri forti» (due parole che, accoppiate, riscuotono successo certo) impegnati nelle trame di sabotaggio al governo. Se qualcuno imputasse a Bagnasco la gestione di settori deviati dei servizi segreti, il monsignore conquisterebbe i titoli per succedere a Licio Gelli nel ruolo di grande infangatore della convivenza democratica.


Questa sera, a Genova, un coordinamento di associazioni e di cittadini sfilerà con le fiaccole per manifestare sostegno a Bagnasco. Genova è la sua città. È la città dove ha detto messa nel giorno di Pasqua con le guardie del corpo ai fianchi, nella posizione solitamente occupata dai chierichetti. E, soprattutto, è la città dove sono comparse le prime scritte di dileggio e minaccia poi scopiazzate in tutta Italia, da Torino a Bologna alla Calabria.


Si ricorda che, in fondo, anche Ruini viaggiava scortato, ma nessuno specifica che Ruini era protetto da dopo l’11 settembre, e non in seguito a un dibattito - quello sui Dico - interno a un Paese che si pretende civilizzato e tollerante.

Quando riferì alla Camera dei deputati, il viceministro dell’Interno, Marco Minniti, pensava forse di essere rassicurante ragguagliando sulla genesi delle intimidazioni («Bagnasco a morte», «Bagnasco attento ancora fischia il vento», e così via). «Sembrerebbero non ascrivibili a una matrice di natura eversiva», disse Minniti, «ma troverebbero origine in un sentimento anticlericale». Chi, profittando del buio, decide di mettersi in strada a imbrattare i muri con promesse di ammazzamento, non è molto rappresentativo dei sentimenti nazionali. Però, in questo caso, magari stima Bagnasco un fondamentalista intollerante e un neogerarca segregazionista. E non deve sentirsi un pazzoide isolato se, come è successo, i gruppi di Rifondazione, Verdi e Comunisti italiani nei consigli comunali di Bologna e Genova hanno deciso di non sottoscrivere documenti di solidarietà a Bagnasco.


Molti voltairiani d’Italia hanno di nuovo dimenticato la lezioncina del non condivido ma morirei perché tu potessi dire eccetera. Il problema non è tanto condividere o non condividere, appoggiare o osteggiare anche ferocemente la politica della Cei, come accadeva con l’ultimo Ruini. Il problema è che a Bagnasco sembra sia stata sottratta la dignità di interlocutore. Siccome ha paragonato gli omosessuali agli incestuosi e ai pedofili (e poi non l’ha fatto: basta leggere laicamente il discorso del 31 marzo per verificarlo), è stato espulso dal consorzio civile. Come alla canaglia «di stampo neofascista» che gli andrebbe a ruota, non gli vengono riconosciute le qualità basilari per partecipare alla vita comune e alla discussione delle regole di convivenza. Se degli squinternati gli giurano piombo, è immeritevole di una stretta di mano: se l’è cercata, e non è l’unico in quelle condizioni. Il mondo andrà avanti anche senza di lui e senza le sue lezioni di oscurantismo. Visto che le cose stanno così, chiunque, laico o religioso, credente o non credente, questa sera è nel giusto se impugna una fiaccola e dice: io sto con Bagnasco."

1 commento:

Anonimo ha detto...

Io sto con Bagnasco.
Anche se non sono un buon cattolico, anche se sono un peccatore, sto con la Chiesa, che anche se mi esorta a non farlo, non mi uccide se pecco...
A tutti coloro che in questo blog hanno avvicinato Bagnasco ai Taliban, dico: prima di tutto vergognatevi di quel che state dicendo e pensando, poi andate in Afghanistan tra questi criminali e ... peccate (con tutto ciò che vuol dire "peccato" per un nazislamico fondamentalista...). Una cosa è sicura, non tornerete a casa a raccontarlo...