mercoledì 16 maggio 2007

UNA VOCE FUORI DAL CORO


Pavia- Domenica 22 aprile ore 16.00 forse pochi, forse nessuno, forse solo il seguito pontificio, si sono accorti di un gruppetto di trenta persone, fra ragazzi e ragazze tutti vestiti uguali, alcuni dei quali armati d’archetto, collocati in una posizione molto vicina al S.S. Padre.
Chi erano quei temerari giovani e cosa facevano lì? Erano il quartetto della Facoltà di Musicologia, pari ai cori universitari europei e all’altezza dell’evento. Come mai molti dei presenti, non si sono accorti, delle Voci ben intonate e preparate, che provenivano da dietro le quinte e più precisamente alla destra del Pontefice?

Qualche corista, ha da dire la sua: “Non è colpa dei tecnici del suono, a cui rivolgiamo i più vivi ringraziamenti per la disponibilità. Forse, e dico forse, un po’ di responsabilità potrebbe averla chi ha abbandonato il coro a se stesso in un anfratto, se pur privilegiato, ma sempre anfratto. Senza considerare le sedie sottratte all’ultimo momento ed in modo sgarbato e senza acqua dalle 10:00 fino alle 16:00 non comunicando la più fondamentale delle indicazioni, dove era il bagno, e minore dei mali con il pranzo a carico nostro.” “Noi non vogliamo incolpare nessuno di negligenza, né avere manie di protagonismo” dice un’altro dei coristi, “però non ci sembra giusto essere trattati in questo modo, dopo tutto il lavoro fatto, alla fine siamo studenti anche noi dell’Ateneo di Pavia, e valiamo ne di più ne di meno, rispetto agli altri studenti dell’Università”.

Chi conosce bene questi ragazzi e passa con loro diverse ore a settimana ed ha vissuto diverse esperienze sia all’estero sia in Italia ha avuto non pochi disagi: “non c’è stato dato alcun riferimento preciso di quando il Papa stava per entrare nel cortile e di conseguenza quando iniziare a cantare e quando smettere, non vedevamo nulla e non c’era nessuno a darci un segnale.” “Non che l’Università non fosse preparata all’accoglienza del Santo Padre, anzi direi proprio il contrario” -continua una corista-, “però come tutto davanti era preciso e ben organizzato sarebbe stato bello che fosse così anche dietro le quinte. Così, da valorizzare ancora di più, la presenza musicale tanto amata da Papa Ratzinger, e il lavoro di ragazzi molto volenterosi e preparati in repertori non usuali”. Eppure nonostante tutti i disagi e la fatica, alla fine prevale soprattutto la soddisfazione e l’orgoglio di aver potuto partecipare ad un evento così straordinario: “ cantare e suonare di fronte al Papa non è una cosa che capita tutti i giorni, per questo vogliamo ringraziare il Rettore e tutto il personale che ha reso possibile la nostra presenza, e quei pochi ascoltatori che hanno apprezzato il nostro lavoro. Chi sa se fra loro c’è anche papa ratzi.”


Luca Mancini



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